Giovo Ligure (forti di Bruciato, Lodrino Inferiore, Lodrino Superiore, Moglie, Scarato, Tagliata del Giovo)

CENNI STORICI

«Le fortificazioni militari del Giovo risalgono alla seconda metà del diciannovesimo secolo, quando venne deciso di fortificare tutto il crinale dell’Appennino e delle Alpi Liguri a scopo di difesa in caso di attacchi nemici provenienti dal mare. Da notizie riportate dallo storico savonese Renzo Adinolfi, i numerosi forti militari costruiti sul crinale appenninico furono denominati “Umbertini” verosimilmente perché in tale epoca regnava re Umberto I di Savoia (1844-1900). Fortunatamente le previsioni di guerra non si avverarono e le fortificazioni rimasero per lungo tempo semplici presidi militari, in seguito abbandonati. A Giovo Ligure le costruzioni furono realizzate con lavori eseguiti tra il 1870 ed il 1880. Vennero edificati cinque complessi fortificati: i Forti Lodrino (Inferiore e Superiore, Moglie, Tagliata, Bruciato e Scarato. I mezzi disponibili per la costruzione non erano quelli dei nostri giorni ed i lavori di edificazione di quegli impegnativi insediamenti militari erano unicamente affidati alle braccia dell’uomo con l’ausilio di animali da traino e da soma. Furono impiegati in numero considerevole scalpellini, muratori e manovali. Non essendo sufficiente la manodopera locale, giunsero lavoratori dai paesi vicini e da altre regioni, alcuni dei quali si stabilirono definitivamente con le loro famiglie nel territorio pontesino. La parte più consistente del lavoro era la movimentazione della terra, che era esclusivamente affidata a pala e piccone. La sabbia per gli impasti veniva prelevata, mancando sorgenti nell’area, dai torrenti Erro e Sansobbia e trasportata a spalle. Accanto ai forti vennero predisposte opportune cisterne per la raccolta dell’acqua piovana. Tutti i complessi militari del Giovo erano ben fortificati, dotati di cannoni incorporati in torrette girevoli: le cupole, ossia i tetti dei Forti, erano ben protetti da uno strato di piombo, onde evitare infiltrazioni d’acqua. Per mimetizzare le costruzioni, le cupole erano state ricoperte con uno strato di terra spesso alcuni metri sul quale venne seminata l’erba, per cui l’area sembrava un normale prato».

Bibliografia e Sitografia

https://it.wikipedia.org/wiki/Giovo_Ligure#I_forti

Articoli di approfondimento

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XIX sec.

STATO DI CONSERVAZIONE

Discreto

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