CENNI STORICI
«La contrada Sacco (700 m.s.l.m.) è posta in comune di Cosio Valtellino, nella bassa Valtellina, all'imbocco della Val Gerola, sul versante sinistro orografico. L'insediamento si distingue dalle altre contrade orobiche per la posizione sul versante: in genere infatti queste sono abbarbicate su ripide coste conquistate alla montagna. Sacco, invece, sfrutta un felice ripiano protetto dai venti. Attualmente è abitato da circa trecento abitanti residenti e ha risentito, meno di altri villaggi, lo spopolamento del secondo dopoguerra, grazie alla vicinanza della cittadina di Morbegno. In 15 minuti è infatti possibile scendere a valle svolgendo anche un lavoro pendolare. Questo nucleo si rivela al visitatore di oggi come un tranquillo e silenzioso paesino, animato solo in estate dal consueto turismo che popola tutte le vallate alpine. Basta però attraversare i sentieri pedonali, le viuzze lastricate di ciottoli, per rendersi conto di come, in altre epoche, l'insediamento abbia vissuto momenti di vivacità culturale, ora impensabili. Nonostante le trasformazioni radicali subite da molte abitazioni, il nucleo del villaggio di Sacco, rivela le origini antiche, medioevali: nell'uso sapiente dei materiali locali, nelle architravi e nelle arcaiche finestrelle trilitiche, nei ballatoi lignei, nelle corti e nei sottopassi e, in particolare, nei molti affreschi del secolo XV e XVI posti sull'esterno delle dimore rurali. Tra tutte queste dimore decorate, già nei primi decenni di questo secolo, ne veniva segnalata una, sulla "Rivista archeologica della provincia e antica diocesi di Como" da Giacomo Pini, che si distingueva particolarmente per l'eccezionale ricchezza delle raffigurazioni e per l'originalità del soggetto. L'edificio è posto all'interno di una corte, in contrada Pirondini, in una delle parti meglio conservate del paese. Gli affreschi ricoprono interamente l'interno di un locale del piano primo e sono annunciati all'esterno nella cornice superiore in intonaco affrescato, ad arco, della porta di ingresso, al centro della quale è ben visibile una testa con tre volti (la Trinità) e una scritta in caratteri gotici: "Benedictus sit lochus iste, sit pax intranti, sit in tua gratia quam manenti". L'edificio, fino a pochi anni orsono era adibito a stalla e fienile (stalla al piano seminterrato, fienile nel locale affrescato e piano primo abbandonato a causa della caduta o demolizione del solaio) con a fianco da una parte ciò che rimaneva di una casa diroccata e, dall'altra, una piccola costruzione a suo tempo utilizzata come metato. ...».
Bibliografia e Sitografia
http://www.dariobenetti.it/dbenetti/progetti18.htm
Articoli di approfondimento
CITTÀ
PROVINCIA
REGIONE
EPOCA
XV sec.
STATO DI CONSERVAZIONE
Buono
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IMMAGINI