CENNI STORICI
Molti paesi del territorio pavese vantano origini antichissime, spesso romane, talora preromane; pochi sono sorti nel periodo barbarico, qualcuno nell'epoca Comunale. Belgioioso invece ha origine tarda; le sue prime notizie risalgono al secolo XIV; non era da principio che una estesa proprietà ove sorgeva un castello ducale; il nome stesso di Zoiosus, non è molto antico; appunto nel secolo XIV cominciarono ad aver voga in Lombardia alcuni nomi di evidente derivazione francese: Bel-gioioso, Bel-reguardo (oggi "Bereguardo" ecc.).
"...Colla tenuta Torre dei Preti confinava un'altra proprietà Joiosus o Zoiosus; forse in origine un centro di coltivazioni, ma venuto poi in possesso dei duchi di Milano, qui attirati dall'abbondante selvaggina, trasformato a fortificazioni, a forma di castellotto, cui convenivano cortigiani, bracconieri, cacciatori, al seguito della Corte Ducale Convennero dai paesi vicini famiglie a sistemarsi, e così si formò l'abitato numeroso da soppiantare anche S. Giacomo: Zoioso ebbe il massimo sviluppo sotto Galeazzo II e Cian Galeazzo" (P. GHIA).
"... dal castello di Belzoiosus il 15 di settembre del 1388, Gian Galeazzo avvertiva il podestà di Milano di permettere la caccia al cinghiale ma solo coi cani e noia coi lacci ... ... e con lettera del 21 dicembre del 1393, estendeva la proibizione alla caccia dei cervi e di qualunque selvaggina oltre al Ticino, a Bereguardo, a Belgioioso, a Vigevano, ad Abbiategrasso" (C. MAGENTA).
I CONTI DI BARBIANO. Nel 1431 Belgioioso fu infeudato dal Duca Filippo Maria Visconti ai Barbiano. L'antichissimo ceppo dei conti di Cunio e di Barbiano (ricordati da Dante nel c. XIV del Purgatorio) era noto e potente in Romagna fin dal sec. XI, ove possedette con titolo comitale i feudi imperiali di Cunio (1241), Barbiano, Lugo, Zagonara, Bagnacallo, Fusignano, Donigallia. Fra i vari conti di Barbiano il più celebre è certamente Alberico il Grande. Ricco, potente, signore di vasti feudi, d'animo battagliero, ardente, ambizioso, costituì una compagnia di ventura di 200 lance, partecipò, fra le altre imprese, all'assedio e distruzione di Cesena (sembra però che egli deplorasse questa guerra fratricida), in seguito passò in Lombardia ai servizi dei Visconti. Frattanto la compagnia si era accresciuta, ed era stata battezzata "Compagnia di S. Giorgio"; la costituivano 800 lance scelte. Nessuno straniero però ne faceva parte, poiché Alberico, condottiero di larghe vedute, esperto nell'arte militare, e che assai bene conosceva l'animo dei mercenari, non volle mai accettare che italiani a militare sotto le sue insegne. È noto anzi che il motto dei Belgioioso: "Italia ab esteris liberata" risale, come vedremo, alla sua fama di ricostruttore della Milizia italiana, in tempi in cui i Malatesta, i Farnese, gli Ubaldini, Luchino Dal Verme ed altri signori italiani avevano formato compagnie di ventura, accogliendovi sciaguratamente anche la parte peggiore delle lance inglesi e delle barbute germaniche.
IL XVIII SECOLO. Il castello, nel secolo XVIII, fu ampliato e in parte ricostruito: Don Antonio, primo principe di Belgioioso, in occasione dell'erezione di Belgioioso in principato (1769) edificò il sontuoso cancello del parco e abbellì molte parti del palazzo e dei vastissimi giardini. Era una delle personalità più note nella società aristocratica lombarda del Settecento; tra gli ospiti più illustri del castello ricordiamo Pietro Verri e Don Carlo Trivulzio.... Il suo figlio primigenito fu Alberico XII, colto, intelligente, amico di pensatori, di artisti, di letterati (basterà ricordare il Parini ed il Foscolo), appassionato raccoglitore di rare edizioni, di belle incisioni, di preziosi codici. La sua ricchissima biblioteca e la bella raccolta di stampe - ora nella Trivulziana - attestano il suo gusto e la sua cultura.... Nel 1796 i Francesi, giungendo a Milano, imprigionarono tutti i decurioni, fra i quali il più che settantenne principe Alberico. Appena rimasto libero, egli si ritirò nel suo castello di Belgioioso. Il Beauharnais tentò spesso di attirare Alberico a Milano, "per sfruttare - scrive il Giulini - il prestigio che circondava quell'altro superstite della più antica e pura nobiltà lombarda", ma non vi riuscì. Nel 1806 il Viceré distribuì in Sant'Ambrogio, con cerimonia solenne, le insegne cavalleresche della Corona di Ferro. Anche al principe Alberico l'onorificenza era stata assegnata, ma egli non volle presentarsi a riceverla.... Ospiti illustri nel "volontario esilio" di Alberico XII a Belgioioso furono anche il Parini ed il Foscolo; e sotto gli occhi del cantor dei Sepolcri, il 27 agosto 1813 si spense,più che novantenne, il principe Alberico. Dopo la sua morte il feudo fu diviso; al primogenito toccò il territorio col castello di S. Colombano ed il titolo di Principe, Belgioioso andò al ramo cadetto, col titolo di Conte».
Bibliografia e Sitografia
https://www.google.com/url?sa=t&source=web&rct=j&opi=89978449&url=https://it.wikipedia.org/wiki/Castello_di_Belgioioso&ved=2ahUKEwj81qCRoISLAxUVxQIHHX-zJ54QFnoECEMQAQ&usg=AOvVaw0LTeuImsCWOjwjrW4mDKVl
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