CENNI STORICI
«Proseguendo lungo quella che un tempo era detta Via Indipendenza e prima ancora Via Magna, raggiungiamo l’imponente e massiccia torre Alberti (fine XIII secolo), detta anche Torre Marioli o Torre di Dossiglio. La torre raggiunge l’altezza di 24 metri. è realizzata in pietre bugnate e nella parte alta conserva tutt’intorno delle mensole a triplice aggetto. In origine all’interno della torre si trovavano delle stanze in legno che sono andate perse durante una ristrutturazione, nel corso della quale la torre si "arricchì" di nuove aperture. Si conservano comunque tracce delle vecchie finestre e delle feritoie. La torre è rimasta famosa per aver ospitato personaggi storici importanti come Bianca Maria Sforza, che andata in moglie all’imperatore Massimiliano I d’Asburgo, nel 1493 si apprestava a compiere il viaggio che l’avrebbe congiunta al futuro sposo dimorante ad Innsbruck. Nel 1496 Ludovico il Moro soggiornò nella torre con il suo nutrito seguito. Attraversando il cortile a lato della torre Alberti, raggiungiamo Palazzo Alberti, edificio di origine medievale che subì nel corso dei secoli diversi rimaneggiamenti. La sovrapposizione di stili diversi è ben visibile in tutta la facciata: finestre strombate, inferriate, resti di decorazioni a graffito dovevano un tempo ornare delle finestre. Su tre lati dell’edificio vengono conservate ancora delle antiche e belle meridiane. Risulta essere particolarmente curiosa la meridiana della facciata est (1656) che si propone al passante con un motto: "Questo è signori miei l’obbligo vostro, spender quel tempo ben ch’io qui vi mostro".
Un portale a sesto acuto, sovrastato da pittura riportante la data 1632 - anno dell’istituzione del collegio gesuitico - e da frammenti di affreschi, fra i quali si riconosce una parte mutila di un martirio di San Sebastiano, introduce nel palazzo. Appena varcata la soglia ci si presenta un affresco con lo stemma del re di Francia e del duca di Milano, Luigi XII, riportante il biscione milanese ed il giglio di Francia. La scritta "Ludovicus Rex Francorum, Mediolani Dux 1509", ricorda i dodici anni di dominio francese dopo la sconfitta del Moro nel 1500. Una scala con pareti ornate da graffiti ci conduce in quella che anticamente doveva essere la cappella del Palazzo: è qui conservato un pregevole affresco raffigurante l’Adorazione dei Magi, purtroppo mutilo a causa della trasformazione del locale, nel quale l’originaria copertura piatta del soffitto fu sostituita con una volta. Affinità stilistiche con l’affresco conservato presso la chiesa del Santo Crocifisso, ci permettono di attribuire l’affresco al pittore milanese Bartolino De Buris, che lo realizzò intorno al 1480. Al piano superiore si conserva una "Stùa" in legno con pareti intarsiate. L’architrave della porta d’ingresso riproduce la scritta "Hodie Mihi Cras Tibi" (oggi a me, domani a te) e la data 1605, accanto alla raffigurazione ad intarsio di uccelli ed altri animali. Nel 1611 palazzo Alberti fu ceduto dalla proprietaria Caterina Degli Alberti - unitamente a delle rendite - alla Comunità di Bormio per essere utilizzato a favore dell’educazione scolastica. Il collegio, condotto dai Gesuiti dal 1632 alla soppressione dell’ordine nel 1773, venne poi gestito dai Barnabiti. Nel corso del 1600 l’edificio subì una serie di rifacimenti che trasformarono l’edificio da abitazione privata ad istituto di uso pubblico. Fu in quest’epoca che si decise di sostituire la chiesa con un’altra più capiente e spaziosa. Infatti la chiesa di San Bernardo anche se ristrutturata nel 1606, era diventata piccola ed insufficiente alle esigenze di culto. Due lapidi ne ricordano l’antica ubicazione al civico n. 26».
Bibliografia e Sitografia
Articoli di approfondimento
CITTÀ
PROVINCIA
REGIONE
EPOCA
XIII sec.
STATO DI CONSERVAZIONE
Buono
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