CENNI STORICI
Nel corso dei XV secolo il villaggio di Sulbiate era per gran parte di proprietà della famiglia Foppa, che era presente nei luogo da oltre cent'anni. Ma la prima metà dei '500 vedeva il declino economico di questa famiglia, che fu costretta a vendere i fondi a vantaggio della nuova borghesia, in questo caso rappresentata da Paolo Lampugnani. Costui era un mercante milanese di oro ed argento e già nel 1449 era in buoni rapporti con alcune importanti famiglie della zona sulbiatese. In pochi anni diventava padrone di più della metà delle terre del villaggio e, nel 1452, otteneva dal duca Francesco Sforza il privilegio di costruirvi un castello, completato nel 1455. Pochi anni dopo, alla sua morte, tutti i beni passavano alla figlia Susanna, che sposando un altro Lampugnani, Prospero, faceva in modo che il castello rimanesse nelle mani dei casato milanese. Nel 1481 erano ultimati gli interni dei fortilizio previo il consenso dell'autorità ducale, nonostante i rapporti tra Lampugnani e Sforza non fossero stati sempre di stima e cordialità. Nel 1467, infatti, una congiura organizzata da Giovanni Andrea Lampugnani, Girolamo Olgiati e Carlo Visconti portava alla morte dei duca Galeazzo Maria Sforza. Naturalmente i congiurati pagarono con la vita il loro gesto, ma anche i loro casati dovettero subirne le conseguenze. E così veniva mozzata una delle due torri angolari del castello di Sulbiate, quella dei lato sud-est, e molto probabilmente ci fu anche qualche confisca di beni. Tuttavia il castello rimaneva nelle mani di Prospero e Susanna Lampugnani e, quando la figlia Chiara nel 1486 sposava Niccolò Arcimboldi, tutte le proprietà terriere e immobiliari di Sulbiate, valutate oltre sedicimila lire, passavano a quest'altra famiglia, originaria di Parma. Nel 1524 Chiara Lampugnani, vedova già dal 1513, stabiliva nel testamento un vincolo su tutti i beni immobili di Sulbiate, che perciò non potevano essere venduti e neppure obbligati dai suoi tre figli. Gli Arcimboldi ne rimanevano cosi proprietari fino al 1727, anno in cui si spegneva Guidantonio, ultimo rappresentante della famiglia, che nominava erede universale il Luogo Pio della Stella di Milano. Da qui l'intera possessione passava verso il 1854 ai Rocchi, famiglia arricchitasi grazie al commercio della seta. La fortuna della famiglia si incrementò poi anche grazie a matrimoni estremamente convenienti come quello tra Cesare e la contessa Teresa Cocastelli, marchesa di Montiglio. In seguito, peró, il tenore di vita troppo alto, provocó un declino irreversibile dei Rocchi, che furono costretti a vendere tutti i possedimenti all'asta. Questi, nel 1905, passavano alla famiglia di Giulio Cesare Cremonesi, attuale proprietaria
Bibliografia e Sitografia
https://www.lombardiabeniculturali.it/architetture/schede/MI100-07234/
Articoli di approfondimento
CITTÀ
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REGIONE
EPOCA
XV sec.
STATO DI CONSERVAZIONE
Buono
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