CENNI STORICI
Ubicata accanto all'antica piazza comunale ed alla chiesina di S. Pietro Apostolo, con le case contadine accanto ad essa e costruite con lo stesso stile, la villa era il simbolo del potere fondiario delle famiglie che l'abitavano ed era il perno attorno a cui ruotava l'attività della comunità agricola di Sulbiate Superiore. Edificata dai Figini, il cui stemma è tuttora visibile al centro dell'arco del portone d'ingresso, il complesso architettonico è costituito da una corte circondata su tre lati da magazzini, portici, laboratori e dalla villa propriamente detta, alle spalle della quale si estende l'ampio giardino cintato. Della dimora sì parla per la prima volta in un "inventario" del 1564 allorché si afferma che il signor Niccolò Figini possiede "un casamento da gentilhomo" con annessi un torchio e un giardino. La famiglia Figini si estingueva dopo il 1729 con suor Laura Giovanna, al secolo Gerolama, spentasi nel convento milanese di S. Marcellina. La villa di Sulbiate e tutti i possedimenti annessi passavano così per lascito testamentario alla fabbrica di S. Sebastiano di Milano e da questa, dopo essere stati messi all'asta nel 1750, venivano acquistati dalla famiglia Biffi. Al 1778, epoca in cui avveniva una divisione di proprietà tra i figli dei fratelli Giacomo Antonio e Carlo Francesco Biffi, risale una descrizione particolareggiata del palazzo; in particolare si desume l'esistenza di una "peschiera", di "fornelli... ad uso della Filanda" ubicati sotto i portici del corpo di fabbrica ai lati del cortile e di un "forno". Della villa in sé si evidenziano il porticato centrale "...con quattro pilastri di pietra molera finiti con sua base, e capitello, e sue lesene simili" e diversi locali, dotati di camino, adibiti a studio, salotto e cosi via. Il valore dell'intero complesso era stimato in lire 12.749, soldi 7 e denari 2, cospicuo se si pensa che i caseggiati abitati dai contadini erano valutati dalle 600 alle 2.000 lire al massimo. La famiglia Biffì si estingueva con la morte del cav. Carlo Francesco (1879) e la sua salma era tumulata nel sepolcreto eretto sul limitare del sagrato della chiesa parrocchiale. Nel suo testamento del 1877 aveva nominato eredi universali i cugini ing. Giovanni e rag. Francesco, fratelli Beretta, di Tregolo (Costa Masnaga). La villa sulbiatese rimaneva nelle loro mani sino al 1935. Nel 1936 veniva acquistata dal signor Mario Baraggia i cui discendenti ne sono ancora in possesso».
Bibliografia e Sitografia
https://www.google.com/url?sa=t&source=web&rct=j&opi=89978449&url=https://it.wikipedia.org/wiki/Sulbiate&ved=2ahUKEwisx4Ols_yKAxVyhv0HHVxQGnwQFnoECFcQAQ&usg=AOvVaw0pwL3GUh7l7tYUqNGf2rYr
Articoli di approfondimento
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XVI sec.
STATO DI CONSERVAZIONE
Buono
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