CENNI STORICI
Sirmione, prima della fondazione del castello voluto dalla famiglia degli Scaligeri, possedeva estesi resti di antiche fortificazioni probabilmente di epoca tardo antica (IV-V sec. d.C.). Mastino della Scala riutilizzò solo in parte le precedenti opere difensive, poiché la fortezza venne edificata all’ingresso della penisola, isolandola del tutto dalla terraferma. Inoltre al castello lì costruito venne unita un’ulteriore cinta muraria, edificata con l’intento di proteggere il piccolo centro abitato limitrofo al castello. Ad oggi di tale cinta muraria si possono scorgere discreti resti, sebbene lo sviluppo edilizio dell’ultimo trentennio, in parte abusivo, abbia obliterato una parte di essa. Il lato orientale delle fortificazioni urbiche principiava dal castello fino ad una torre oggi intatta e posta ad est dell’abside della chiesa parrocchiale. Da qui le mura volgevano in direzione ovest, seguendo l’antica via detta “Fovea Magna”, terminando nei pressi di una seconda torre, che aveva funzione di porta urbica costituita da due anditi, uno di grandi dimensioni per il passaggio di veicoli, un altro più piccolo per il passaggio pedonale. In origine è anche possibile che questa porta urbica settentrionale avesse un ponte levatoio. Superata la torre urbica, la cinta muraria proseguiva per altri 30 metri circa fino ad un’ulteriore torre quadrata, della quale oggi permangono solo alcuni resti. Da qui le mura voltavano verso sud per un breve tratto terminando in corrispondenza del porto Gazzara, a meridione del quale un altro tratto di mura e un’ulteriore torre segnavano il volgere della cinta muraria verso oriente, in direzione del castello. Al giorno d’oggi di questo grande quadrilatero rimangono solo alcuni tratti orientali e settentrionali, mentre le fortificazioni occidentali e in corrispondenza del porto sono state in buona parte obliterate da nuove costruzioni o inglobate in vecchie case pesantemente restaurate. Il castello possedeva tre ingressi, uno trovava luogo a meridione e sbarrava l’istmo che collegava la penisola alla terraferma, un altro ad occidente rivolto in direzione del borgo, l’ultimo, sul lago, a oriente. I due ingressi di terra si caratterizzavano per la presenza di ponte levatoio. L’ingresso dal lago era singolare, poiché protetto da una darsena artificiale di pianta quadrangolare, potenziata ai due estremi orientali da due torri angolari. In corrispondenza della torre di sud-est si trovava il varco attraverso il quale entravano e uscivano le imbarcazioni. Il castello era stato costruito rispettando una pianta rettangolare, con tre torri angolari di pianta quadrangolare e una quarta torre, interna al recinto, alta circa trenta metri con funzione di mastio. La fortezza è ancora oggi circondata da un ampio fossato colmo d’acqua proveniente direttamente dal lago. In tal maniera l’intero castello, posto a guardia dell’ingresso alla penisola, si prefigurava come un’unità distaccata dalla terraferma, ma direttamente collegata ad essa per mezzo dei ponti levatoi e delle fortificazioni urbiche che dalla fortezza stessa avevano loro principio e fine. La tecnica muraria utilizzata per edificare il castello si compone di cantonali rinforzati per mezzo di laterizi e malta di buona qualità. Il resto della muratura si caratterizza per la presenza di pietrame locale parzialmente sbozzato, almeno in parte proveniente dalle fortificazioni tardoantiche, e disposto lungo regolari assise. Purtroppo recenti restauri hanno nascosto buona parte della trama muraria del castello, maggiormente visibile solo in corrispondenza della sommità della torre di sud-ovest e per una parte dell’altezza del mastio. I merli, a coda di rondine e per tradizione detti ghibellini, arricchiscono notevolmente il castello, sebbene siano nella maggior parte opera di reintegroBibliografia e Sitografia
https://it.wikipedia.org/wiki/Castello_Scaligero_%28Sirmione%29
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CITTÀ
PROVINCIA
REGIONE
EPOCA
XIII sec.
STATO DI CONSERVAZIONE
Buono
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