Alfiano Natta (castello di Razzano)

CENNI STORICI

Tra i più antichi insediamenti del Basso Monferrato, Alfiano Natta sorge sul versante meridionale della collina di Montebaldo, posta a spartiacque tra due affluenti del torrente Versa. Il toponimo, presumibilmente derivante dal nome dei proprietari di un fondo romano, la famiglia di Alfius, compare per la prima volta in un documento dell’886 e in diplomi successivi nelle varianti “Alphianum”, “Alfesianum", "Alpezianum", o "Arpesianum”. Nel febbraio 1863 viene aggiunto il nome della famiglia Natta, proprietaria del feudo a partire dal 1483. La prima attestazione della presenza di un vigus de Alfiano risale all’età carolingia, allorché il borgo è citato come insediamento romano e germanico, ma l’ampliamento del nucleo abitativo ha inizio a partire dagli ultimi anni del X secolo, quando nel 1164 è infeudato da Federico Barbarossa a favore del marchese Guglielmo IV del Monferrato e da questi ceduto in vassallaggio a Guala di Alfiano. Estinti gli Alfiano Guala, nel 1515 il feudo passa a Secondo Visconti, che nel 1531 cede Alfiano e Sanico alla famiglia Natta. Nel 1703 viene annesso agli Stati sabaudi. In età napoleonica diviene parte del dipartimento del Tanaro e nel 1801 del dipartimento di Marengo. Ad Alfiano Natta san Giovanni Bosco tenne la sua prima predica da chierico, all’età di 22 anni, nel 1837. Il castello di Razzano sorge su un sito di origine romana, come testimonia il nome Ragius, o Raius presente in un documento del marzo 861, che attesta la vendita, da parte di un tal Nazario al presbitero Primone, di una terra “in fine Ragiano in loco ubi dicitur pradas Ragianascas”. L’edificio originario fu fatto costruire come casa-forte nel 1697 da Giovan Battista Gaetano Natta, conte di Razzano e comandante del reggimento di fanteria "Royal Monferrat", al servizio del re di Francia Luigi XIV. Oggi restano poche tracce dell’antica costruzione, che appare, nella sua versione ristrutturata, con la bella torretta quadrata merlata e la severa facciata principale, che si apre su una corte chiusa con giardino all’italiana. Nelle cantine, che conservano la struttura originale, è custodito il vino pregiato prodotto dai proprietari della dimora. Il castello è divenuto una vasta tenuta agricola e un agriturismo, con eleganti suite e arredi d’epoca, immerso nel paesaggio incantato delle colline monferrine, punteggiate dai paesini, le chiese e le torri che le contraddistinguono.

Bibliografia e Sitografia
Articoli di approfondimento

CITTÀ

PROVINCIA

REGIONE

EPOCA

XVII sec.

STATO DI CONSERVAZIONE

Restaurato

AUTORE DELLE AGGIUNTE / CORREZIONI

Patrizia Nosengo, Giancarlo Patrucco

SITO UFFICIALE

IMMAGINI

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