Saluzzo (borgo medievale, castel Soè o Soprano)

CENNI STORICI

Il primo Castello di Saluzzo denominato Castrum (o "Castrum Veteris", castello vecchio) trova riscontro ufficiale e cartaceo nel 1028 in un atto di donazione fatto dal Marchese Olderico Manfredi II (detto anche Ulderico di Susa o di Torino) e dalla Moglie Berta Obertanga “dei Marchesi d’ Este” in favore dell’Abbazia di Caramagna, atto in cui donavano le terre limitrofe ad eccezione dell’antico castello. Olderico Manfredi II dedito alla lotta ai saraceni sul territorio, riesce probabilmente a bonificarne definitivamente le valli saluzzesi in quegli anni, ponendo così attenzione sul castello di Saluzzo e le vicine tenute, accostate alla Pieve di San Lorenzo (fondata nel 1017), San Dalmazzo. Questo Castello viene denominato Castel Soé o Castel Soprano, trovandosi appunto in una posizione più elevata rispetto all’attuale denominato Castiglia e forse proprio intorno all’XI secolo, si deve un primo rimaneggiamento difensivo da parte di Olderico Mafredi II; il castello probabilmente sorse sulle basi di un’ avamposto d' avvistamento contro i saraceni data la posizione e l’ottima vista sulle vallate e l pianura. Nel Castel Soé, probabilmente infeudati dal marchese di Torino, si stabilirono i primi nobili precursori dell’ affluenza nei borghi saluzzesi, a cominciare da Bonifacio del Vasto nipote di Olderico Manfredi II che poneva particolare attenzione alle vallate saluzzesi ed al cuneese settentrionale e dal 1120 circa Manfredo I “di Saluzzo” si insedia ufficialmente nella dimora diventando a tutti gli effetti signore di Saluzzo, tra i primi nobili citati quali castellani di Saluzzo si hanno Costanzia, Marcellino e Rogerio. Nel 1231 il castello soprano, al centro della politica dei marchesi, lo vediamo citato in un atto che ne descrive sommariamente la costituzione di potente torre, di un corpo centrale quadrato a lato di una cappella; la torre venne affidata alla gestione di un nobile, Rostagus De Roceta, in un altro atto del 7 aprile 1255 viene anche menzionato “Potestas et Castellano” di Saluzzo (intervenuto in nome di Tommaso I “di Saluzzo”). Il castello forma un sistema di roccaforti con quelli dei numerosi borghi limitrofi a ridosso delle colline, tutti di appartenenza a feudatari del Marchesato di Saluzzo, che andranno a creare una frontiera agli accessi della Valle Po, Bronda e Varaita estesa a molte altre valli col passare dei secoli. Tra il 1270 e il 1286 Tommaso I “di Saluzzo” decise di abbandonare il vecchio Castello, e ne costruì un altro più grande, più a valle, denominato “Castrum Inferiori Saluciarum” decisamente meglio orientato a dominare la valle Po e la pianura sottostante che verrà appunto chiamato “Castiglia”, a ridosso del “borgo nuovo superiore” che si era formato. Negli stessi anni sempre Tommaso I cintò il borgo con una fila di mura e torri gestite da sei porte: Porta del Castello, dell' Ospedale, dei Mondagli, Fia, Gaifera, Pisterna; sistema difensivo che verrà integrato nel 1379 da una seconda cerchia di mura gestite da ulteriori tre porte: porta Vacca, porta Santa Maria e porta San Martino. A cavallo del XIV e XV secolo il solo capoluogo del marchesato è dotato di ben due castelli, una doppia cerchia di mura, gestita da ben nove porte totali e quattro torri d’avvistamento, la sorte del vecchio Castello Soprano non è duratura perché nel 1341 per causa di un contenzioso tra il marchese Tommaso I “di Saluzzo” e lo zio Manfredi “di Cardè” che rivendica titoli sul territorio, viene incendiato e distrutto. Non del tutto distrutto, ma gravemente segnato ed abbandonato, viene totalmente devastato insieme al vecchio borgo di San Lorenzo (“Borgo Vecchio Superiore”) nel 1363 con l’assedio inflitto dalle truppe di Amedeo VI “di Savoia”. Dell’antico castello non rimangono che pochi ruderi, non del tutto identificabili, sulla collina di Saluzzo.

Bibliografia e Sitografia
Articoli di approfondimento

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XI sec.

STATO DI CONSERVAZIONE

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