CENNI STORICI
L’abitato, che presenta la consueta architettura in laterizio degli incasati marchigiani, si caratterizza per la piazza in posizione centrale, che ne divide la pianta in due metà specularmente uguali: il Cassero a SO e l’Aiella a NE; la memoria del toponimo “u ‘nghette” (ossia “il ghetto”) è chiaro indizio della presenza, nel Cassero, di una comunità ebraica. Le mura castellane, risalenti ad epoca successiva all’autonomia del comune (1291), erano intervallate da torri rompitratta e caratterizzate, nei tratti più antichi e meglio conservati, dall’impiego sistematico dell’arco a sesto acuto, tipico delle costruzioni dell’epoca. Due le porte indicate dalle mappe più antiche: la porta del burgo, o porta di Levante, tuttora conservata (che immetteva nell’Aiella), e la porta da sole, detta anche porta di castello, che immetteva nel Cassero. Di poco posteriore, risalente forse al XV secolo, è il bastione a scarpa che sovrasta il sito del Monumento ai Caduti, che segnala il punto in cui era situato il Cassero: una più antica rocca (forse raffigurata nell’antico stemma del comune, conservato dal bronzo della campana del 1303), che in seguito fu inclusa, insieme con l’Aiella, nel circuito delle mura edificate, come si è detto, fra la fine del XIII e gl’inizi del XIV secolo. Il breve perimetro delle mura racchiude alcuni edifici di particolare interesse. ... La piazza Umberto I, centro dell’abitato, è un classico esempio del sistema detto “a piazza unica” e ha conservato il ruolo di centro vitale tipico delle strutture urbane a castello e si presenta nella sua sistemazione settecentesca, che sintetizza il carattere identificativo della piazza-salotto, delimitata dalle facciate della sopra descritta chiesa parrocchiale di S. Maria Assunta a Ovest, dal municipio con la torre civica a Nord, dalla casa Fassitelli (ultimata anch’essa verso la fine del Settecento) a Est e dal loggiato della casa Vinci (attuale casa canonica) a Sud. L’elegante casa Fassitelli (già Feriozzi), con facciata in stile neoclassico (rimaneggiata nel XIX secolo) dalla superficie intonacata, è impreziosita da elementi architettonici in laterizio a vista (imbotti di porte e finestre, cornici e cornicione), che la rendono organicamente inserita nell’insieme.
Anche la casa Vinci, sul lato Sud della piazza, svolge con dignità la sua funzione di quinta scenografica, con il bel loggiato a tre fornici e la facciata di mattoni a vista, suddivisa in elementi modulari scanditi da lesene e cornici marcapiano. La Casa all’attuale nr. 61 di via Donna Orgilla, del XV secolo, conserva la grondaia originaria e resti di due ghiere in laterizio, una delle quali decora un arco a sesto acuto, mentre l’altra, in origine, adornava la cosiddetta “porta del morto”. La Porta di Levante, detta anche “porta del Burgo”, o ancora “porta di S. Giorgio” da un’immagine del santo patrono del paese (ora svanita), dipinta in un apposito riquadro sulla fronte: è il resto più cospicuo e meglio conservato dell’antica cinta muraria del castello: torre portaia a pianta quadrangolare, annessa alla sopra ricordata casa in via Donna Orgilla, attrezzata per la difesa piombante, con le caditoie aperte tra i beccatelli che sostengono lo sporto anticamente fornito di merli guelfi (cioè parallelepipedi). La Porta di Levante, attraversata da via Cimicone, è costituita da un arco a sesto acuto la cui armilla è decorata da una sobria modanatura. Lo stato attuale della torre portaia sembra dovuto ad un radicale lavoro di restauro che sarebbe stato eseguito nel 1433 per disposizione di Francesco Sforza e in quell’occasione, immediatamente sopra l’ogiva, sarebbe stata aperta la feritoia destinata a fungere da cannoniera.
Bibliografia e Sitografia
http://www.comune.cossignano.ap.it/c044016/zf/index.php/servizi-aggiuntivi/index/index/idservizio/20045
Articoli di approfondimento
CITTÀ
PROVINCIA
REGIONE
EPOCA
XIII sec.
STATO DI CONSERVAZIONE
Restaurato
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