Ancona (forte Cardeto)

CENNI STORICI

Situato sul monte Cardeto, a 150 metri dal livello del mare, il suo nome deriva dal fitonimo, infatti i cardi sono piuttosto diffusi su tutta l'altura. Il nome Gardetto, visibile in alcune mappe, è di discendenza francese, ma oggi in disuso. L'importanza del monte Cardeto fu sottolineata dallo stesso Napoleone nella sua visita alla città nel 1797; due anni più tardi il gen. Monnier in vista dell'attacco delle truppe austriache e dei suoi alleati, fece fortificare il monte ed affidò il comando dell'opera al valoroso gen. Pino. Il Cardeto durante l'assedio fu difeso bravamente nonostante i reiterati attacchi portatigli dal gen. La Hoz (vedi biografia), che sulle alture circostanti perse la vita. Successivamente, durante il Regno Italico Napoleonico, il forte fu potenziato, ma i lavori non assunsero mai un ritmo serrato, né una definizione concreta. Nel 1860, quando le truppe italiane-piemontesi del gen. Cialdini si dirigevano verso Ancona per annetterla al nascendo Regno d'Italia, il forte Cardeto divenne chiave della difesa pontificia dalla parte di terra; logico quindi che l'amm. piemontese Persano desse manforte alle truppe di terra col battere dal mare quella importante posizione. Nella nuova organizzazione della Piazzaforte di I classe, il Forte Cardeto viene collegato alla lunetta Santo Stefano da una nuova cinta muraria, che scendeva dal forte verso piazza Cavour (dove si apriva Porta Cavour) per poi risalire verso le alture del Pincio. Praticamente conserva l'andamento della fortificazione napoleonica, ad eccezione del dente (o rivellino) in terra proprio di fronte al forte, oggi abbandonato e non più visibile. Il tracciato è rappresentato da un fronte bastionato nel quale i due bastioni non sono completi: di entrambi esistono solo i fianchi interni ed una faccia. Il bastione di destra ha però dopo il saliente una cinta irregolare in muratura, che scende rapidamente in direzione caserma Villarey. Le facce sono lunghe rispettivamente m. 55 e m. 75; i due fianchi sono lunghi m. 35 ciascuno. La cortina ha uno sviluppo di m. 125. La scarpa è parte in terra, parte rivestita di muratura. Innanzi alla cortina centrale vi era una specie di tenaglia, alle spalle del rivellino abbandonato. La controscarpa è solamente in parte rivestita di muratura; una galleria di controscarpa con 14 casamatte era costruita sul fianco destro a difesa del fossato e del rovescio del muro, adattato alla Carnot, che protegge il lato ovest del forte. Nel fronte di gola vi sono due magazzini della superficie di mq. 490 circa ed un corpo di guardia; vi è pure un piccolo ripostiglio alla prova. Non esistono ricoveri. Il forte Cardeto è quasi interamente parte dell'attuale Parco comunale del Cardeto.

Bibliografia e Sitografia
Articoli di approfondimento

CITTÀ

PROVINCIA

REGIONE

EPOCA

XVIII sec.

STATO DI CONSERVAZIONE

Buono

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