CENNI STORICI
«Fino al 1544, Carignano era un borgo fortificato di tutto rispetto. La sua posizione al confine tra le terre del ducato e quelle poste sotto l’influenza del regno di Francia, la rendevano da un lato preziosa per la difesa degli stati dei Savoia e dall’altro appetibile ai nemici, per la penetrazione dell’esercito sino a Torino. Dai documenti, si deduce che Carignano era circondata da mura, e possedeva vari sistemi di difesa: rivellini, bastioni, porte con ponti levatoi, forti e caserme, torri di avvistamento. Possediamo due interessanti descrizioni del borgo fortificato, una a cura del segretario comunale Agosta, l’altra dello storico Della Chiesa. Il notaio Giuseppe Agosta, segretario del Comune di Carignano, scrisse all’Intendente Generale Sicco d’Ouvrano nel 1752, dicendo che Carignano era "Città ridotta in presidio e piazza fortissima, stata, spettatrice di sanguinose battaglie... vittrice di lunghi e disastrosi assedi... stati, detti presidio e piazza, dall’ingiuria dei tempi andati, dalle violenze delle guerre, incendi ed altre strane avventure ridotto alla rovina e scemato di quel lustro che per più secoli aveva nodrito, non vedendosi più cos’antica di considerazione in essa città, alla riserva di alcune vestigia di fossi che servirono di antemurali alla medesima e due portoni, con quattro torri dette delle guardie, esistenti una in città la quale di presente serve alla Parrocchiale da campanile, e le altre tre sulla fine di essa chiamate una del Marghiccio, altra di Valsorda e l’altra del Ceretto, i quali fossi, torri e avanzi di Bastioni ora annientati"...Il Della Chiesa scrisse invece: "Carignano... che ha in mezzo una spaziosa piazza attorniata da portici, e per grandezza, per magnificenza di fabbriche e per nobiltà di alcune sue famiglie non invidia a molte città, era cinta da muraglie, di fosse, di bastioni; ma dopo la rotta di Ceresole ricevuta da Spagnoli nel 1544 fatta preda del vincitor francese Francesco di Borbone duca d’Enghien e resa bersaglio di miliari furori, pagò la pena d’aver servito ai vinti nemici, col patir lo spoglio delle sue muraglie e dell’altre sue fortificazioni. Nel furor dei soldati solo illeso si conservòil suo castello, compassionato forse per la sua bellezza"... Un importante documento, che testimonia le difese di Carignano verso la metà del XVI secolo, è costituito da un disegno contenuto nell’Atlante di piante militari, conservato presso la Biblioteca Nazionale di Firenze. Il disegno, ad acquerello, dovrebbe riferirsi alla celebre battaglia del 1544, visto che sono rappresentati movimenti di truppe tra Carmagnola e Ceresole. La cinta muraria di Carignano è raffigurata con tre porte, e da alcune torri; è delineato la struttura del castello, con le torri rotonde. Dalle mura si diparte la linea dei bastioni, che comprende un ampio territorio suburbano ad ovest e a nord del concentrico. Sono delineati alcuni forti (S. Bernardo, S. Lazzaro e uno nella zona verso S. Rocco). La chiesa di S. Martino è chiusa da trinciere. Presso la sponda destra del Po sono identificabili la torre di Forte Passo e la casaforte della Gorra.Le mura. Nella tavola del Theatrum Sabaudiae..., stampata nel 1683 ma incisa nel 1666 circa, sono ancora percepibili tracce delle antiche mura che difendevano il borgo medioevale. Secondo gli storici, il primo borgo fortificato era già difeso da mura, ma il perimetro è difficilmente identificabile: è probabile che esse difendessero l’Isola di San Giovanni, ponendo ai limiti il castello, come nella maggior parte dei borghi piemontesi. Questa prima cerchia di mura fu ampliata forse nel XIV secolo, in concomitanza con l’espansione dell’abitato lungo le due nuove direttrici viarie, corrispondenti alle odierne Via Frichieri-Via Vittorio Veneto e Via Savoia. Una parte del perimetro è ancora intuibile esaminando la disposizione delle attuali abitazioni, in Via Torre e in Piazza Carlo Alberto: le regolare disposizione delle facciate sarebbe riferibile alla presenza delle fortificazioni, fatte abbattere, per la quasi totalità, dai Francesi, che occuparono Carignano dopo la disfatta ispano-sabauda del 1544 (Ceresole). Un buon tratto di mura è venuto alla luce durante i lavori di recupero dell’Ex Lanificio Bona&Delleani, nel 1995: oggi, una parte delle poderose mura di difesa è visibile nel parcheggio sotterraneo. Particolarmente interessante è il tratto iniziale di Vicolo Annunziata (partendo da Via Borgovecchio): la linearità della stradina indicherebbe la presenza della cosiddetta lizza, il cammino di ronda riscontrabile lungo le mura di molte città fortificate. In alcune città, come Torino (la lizza corrisponde all’odierna Via Eleonora Duse), questa struttura, dalla sezione molto larga, serviva anche per compiere corse di cavalli, in tempo di pace, o per spostare carri e armi pesanti. A Carignano è più probabile che fosse una semplice misura difensiva: gli assedianti, se riuscivano a superare le mura, si trovavano chiusi in trappola, rinvenendo di fronte un altro tratto di mura o edifici da cui gli assediati eseguivano un fitto lancio di dardi o proiettili».
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