Localizzazione
L’Abbazia di San Leonardo in Lama Volara detta di Siponto dedicata a San Leonardo di Noblac, è uno splendido esempio di romanico pugliese, si trova a pochi chilometri da Manfredonia, lungo la strada s.s. 89 che da Foggia porta alla montagna sacra, il Gargano, poco distante dal luogo ove sorgeva l’antico vescovado di Siponto, insediamento romano prima e poi bizantino. È un antico complesso risalente al XII sec. costituito dalla Chiesa, dal Monastero e dall’Ospedale.
Cronologia
Il complesso monastico fu fondato tra gli ultimi anni del secolo XI e i primi del sec. XII dai Canonici Regolari di Sant’Agostino come ricovero, ospizio per i pellegrini che si recavano al Santuario dell’Arcangelo Michele e per i cavalieri crociati che, dopo aver pregato, presso il Santuario, s’imbarcavano per la terra Santa. Nel 1261 fu affidato da Papa Alessandro IV ai Cavalieri Teutonici, i quali ne fecero il centro delle loro attività in Puglia e rimasero sino agli anni Ottanta del 1400. Gli scudi crociati di questi frati guerrieri sono ancora visibili all’interno della chiesa.
A partire da quella data, la Chiesa di San Leonardo, considerata Abbazia, venne data in commenda a vari cardinali, tra i quali Bonifacio Caetani, Carlo Barberini e Pasquale Acquaviva d’Aragona, che fu l’ultimo degli abati commendatari. Dal XVII secolo nella chiesa vi officiavano i frati minori. Nel 1810 l’Abbazia fu soppressa da Gioacchino Murat ed il convento con le rendite fu trasferito all’Ordine Costantiniano. La Chiesa di San Leonardo, dopo un lungo periodo di totale abbandono durato quasi due secoli, è stata riaperta al culto nel 1950 ed è sotto la tutela dell’Arcidiocesi di Manfredonia – Vieste – San Giovanni Rotondo.
Attualmente il complesso Chiesa, il Monastero e l’Ospedale sono stati affidati alla comunità dei Ricostruttori della preghiera.
Aspetto architettonico
La Chiesa è a tre navate (la laterale destra ha in parte cambiato il suo aspetto) con arcate ricadenti su semipilastri e pilastri cruciformi al centro, nella navata centrale, è coperta da due cupole disuguali. All’esterno la facciata occidentale presenta un portale che ha una semplice sagoma architravata, sormontata da una lunetta non decorata conclusa da un archivolto.
Nell’abside, sulla volta che copre l’attuale altare è visibile ciò che rimane di un affresco, si percepisce bene il volto di Cristo (pantocratore affrescato – 1200/1300). Parte di questo affresco è andato perso dopo il restauro dell’anno 2000.
Il crocifisso ligneo di San Leonardo di Siponto
All’interno della chiesa è conservata una copia del Crocifisso ligneo di San Leonardo (XII-XIII sec.), il cui originale è custodito nella Cattedrale di Manfredonia. Si tratta di un vero capolavoro d’arte medievale delle dimensioni di m. 2,44 d’altezza per 2,20 di larghezza scolpito e decorato. Molto probabilmente la parte scultorea è stata realizzata in Puglia da intagliatori locali, la parte decorativa presenta pittura e tecnica di tipo orientale. La decorazione presenta elementi tipici dello stile e della tecnica delle icone e sugerisce l’appartenenza di questo Crocifisso al mondo bizantino, invece la parte scultorea lo avvicina a quello d’Oltralpe. Il Crocifisso di S. Leonardo nel 1957 è stato restaurato presso l’Istituto Centrale del Restauro di Roma, prima di tale restauro era collocato nel primo altare a destra dell’ingresso principale. Secondo Alfredo Petrucci il Crocifisso è databile tra il 1220-1230.
Nel 1958, dopo il restauro, è stato esposto all’Expo di Bruxelles. Poi per molti anni è stato esposto presso la Pinacoteca Provinciale di Bari. Finalmente il 24 aprile del 1985 è stato riportato a Manfredonia.
Il Portale
Sulla facciata laterale rivolta a nord c’è uno splendido portale (tra i più belli del romanico-pugliese) che molto probabilmente è stato costruito in un secondo momento, forse in epoca sveva.
Le decorazioni di questo portale richiamano quelle di Santa Maria di Pulsano, altro antico monastero garganico.
Nella parte più esterna due colonne poggiano sul dorso di due leoni stilofori che reggono, a loro volta, due animali alati che sostengono l’archivolto. Il leone di destra addenta una figura umana (il peccatore) che gli afferra una zampa in atteggiamento supplichevole; il leone di sinistra, mutilato, da quanto s’intuisce dai resti sembra addentare un serpente. Gli stipiti e le cornici del portale, dell’arco e della lunetta sono scolpiti con ornamenti vegetali, zoomorfi e antropomorfi. I due capitelli interni sono costituiti da due blocchi trapezoidali con sculture aneddotiche. Quello di sinistra rappresenta, dall’interno verso l’esterno, un Arcangelo Michele che con una lancia trafigge un drago, un pellegrino a cavalcioni su di un’asina la quale, alla vista dell’angelo con una spada, china il capo (Petrucci). Per altri autori sull’asina c’è Bàlaam al quale appare l’Angelo. Bàlaam era un mago babilonese, noto per un fatto descritto nella Bibbia (Deuteronomio 23,4-5) ed era stato inviato a sgominare con la sua magia gli Israeliti, ma venne fermato da un angelo.
Il capitello di destra raffigura i tre Re Magi che vanno verso la Vergine con il Bambin Gesù e San Giuseppe.
Nella lunetta è raffigurato Gesù benedicente in mandorla tenuto da due angeli. Nel frontone, tra il portale ed il baldacchino, a mò di protiro, si trovano due figure maschili con aureola, scolpite a mezzo rilievo. Quella di sinistra, secondo il Petrucci, rappresenta Sant’Agostino; per altri autori è San Giacomo, ma potrebbe trattarsi di un personaggio laico: un sovrano o un pellegrino, perché intorno alla testa non vi è aureola. Quella di destra, con cappuccio sulla testa, un libro in mano ed una catena, raffigura San Leonardo. Tra i due santi molto probabilmente stava una Vergine con Bambino.
Il solstizio d’estate
Sin d’agli albori della civiltà c’è stata la consuetudine d’inserire nelle costruzioni a carattere religioso elementi architettonici ispirati da modelli astronomici e matematici per arricchire di elementi simbolici il fabbricato. Il simbolismo cosmico si ritrova nelle costruzioni assiro-babilonesi, in quelle dell’antico Egitto e nelle opere sacre degli Ebrei. Alcuni elementi architettonici, che avevano sfruttato l’osservazione di fenomeni quali il solstizio d’estate e d’inverno, erano stati inseriti nel tempio che Re Salomone aveva innalzato su suggerimento divino..
Essendo il tempio o il monastero al centro del microcosmo locale, l’inserimento in essi di elementi costanti nel tempo (perenni), come i fenomeni astronomici, li rendeva più vicini a Dio.
Anche a San Leonardo di Siponto ritroviamo un preziosismo architettonico del genere. Ad ogni solstizio d’estate, il 21 giugno, al mezzogiorno astronomico, il sole è perfettamente sulla direttrice, penetra con un solo raggio all’interno della Chiesa attraverso un piccolo rosone posto in una cupola e va a cadere sul pavimento al centro di due pilastri che sorreggono la navata centrale in prossimità del portale laterale. Il fenomeno è stato concepito con molta precisione, abbinando calcoli astronomici a quelli architettonici al momento della costruzione dell’Abbazia. Simili artifizi si possono osservare in altre Chiese, come ad esempio nella Cattedrale di Chartres in Francia, dove la luce passa attraverso un foro praticato in una vetrata.
Bibliografia
- San Leonardo di Siponto. Storia di un antico Monastero della Puglia – S. Mastrobuoni Foggia, 1960.
- Cattedrali di Puglia – Alfredo Petrucci, Bestetti, Roma, 1976.
- I Simboli Del Medio Evo – Gérard de Champeaux e Sébastien Sterckx, Editrice Jaca Book, Milano, 1981.
- Puglia: Turismo, Storia, Arte, Folklore – Mario Adda Editore Bari, 1985.
- La Puglia – Italia Romanica – Pina Belli D’Elia, Editrice Jaca Book, Milano, 1987.
•Chiese di Puglia, il fenomeno delle chiese a cupola – Luigi Mongiello – Mario Adda Editore Bari, 1988. - Itinerari Federiciani in Puglia – Stefania Mola, Mario Adda Editore Bari, 1994.
- San Leonardo di Siponto tra storia e arte, di Alberto Gentile
- Cattedrali di Puglia, a cura di Cosimo Damiano Fonseca – Mario Adda Editore 2001 ISBN 88-8082-433-3
- Hubert Houben, a cura di: San Leonardo di Siponto. Cella monastica, canonica, domus Theutonicorum. Atti del Convegno Internazionale (Manfredonia, 18-19 marzo 2005. Galatina: Mario Congedo editore 2006 ISBN 88-8086-674-5
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