Macchia d’Isernia (castello o palazzo d’Alena)

CENNI STORICI

«Il castello poggia le sue fondamenta su una fortezza, costruita in epoca normanna a scopo di difesa. Intorno alla prima metà del 1100 l’edificio fu residenza di Clementina, figlia di Ruggero II il Normanno, re di Sicilia, che andò in sposa a Ugone di Molise. Nel 1187 Guglielmo II, re di Sicilia, chiese ai titolari dei suoi feudi e suffeudi di partecipare alla III Crociata, promossa da papa Gregorio VIII: Macchia, come suffeudo, contribuì con cavalieri e armi. Il feudo quindi esisteva già, ma era dipendente da feudi più importanti. Nel 1269 l’Università di Macchia fu affidata ad Amerigo de Sus. Nella prima metà del XIV secolo, dopo il 1336, il feudo passò ad Aldemario di Scalea. Il possesso degli Scalea durò solo pochi anni: già nel 1343 Aldemario fu cacciato per essersi ribellato alla corte di Roberto d’Angiò, il quale assegnò il feudo direttamente alla sua consorte, la regina Sancia. Nel 1348, alla morte della regina, Macchia passò ad Andrea d’Isernia, figlio di Landolfo, per volontà della regina Giovanna I. Nel 1464 Macchia apparteneva a Nicola Gaetano, che l’aveva ricevuta dal re Ferdinando assieme a Monteroduni. Le sorti feudali dei due comuni furono simili fino al 1564, anno in cui Macchia e il suo castello furono acquistati da Giovanni Donato della Marra con il titolo di Conte. I proprietari del feudo e del suo castello si alternarono con molta frequenza. Molto spesso i debiti, soprattutto nei confronti del fisco, portarono alla vendita all’asta della proprietà. Nel 1748 il feudo, appartenente alla baronessa Maria Grazia Rotondi, fu ceduto proprio a causa dei debiti al barone Nicola d’Alena. Con Celeste d’Alena, il nome della famiglia si è estinto e il titolo di barone di Macchia, in seguito al matrimonio della baronessa Celeste, è passato alla famiglia Frisari. Attualmente la proprietà principale del castello è della famiglia de Iorio-Frisari, che detiene il titolo di Conte di Bisceglie e Patrizio di San Vincenzo al Volturno.  Il resto dell’edificio si sviluppa su tre livelli, di cui il più alto costituisce una sorta di mansarda. Nel cortile interno si distingue la bella scalinata rinascimentale con colonnato, che porta al piano nobile dell’edificio. Nel piano basso vi sono le cantine e quelle che un tempo erano le stanze di servizio. Il piano alto costituiva il piano nobile, dimora dei feudatari di Macchia, oggi abitazione degli attuali proprietari. Su questo piano si susseguono una serie di stanze, tra cui merita menzione la cappella patronale, nella quale sono conservate reliquie di santi e documenti di notevole valore storico.  La proprietà del castello è tuttora della famiglia de Iorio-Frisari. Nel 1984 il castello subì notevoli danni a causa del terremoto che colpì l’intera regione e soprattutto la provincia di Isernia, danni in parte risanati da recenti lavori di restauro».

Bibliografia e Sitografia

https://www.visitmolise.eu/scheda-localita/-/d/dms/1490133/macchia-d-isernia#:~:text=Borgo%20medievale%20dal%20nucleo%20urbano,difesa%20dell'antico%20Castello%20Baronale.

Articoli di approfondimento

PROVINCIA

REGIONE

EPOCA

XI sec.

STATO DI CONSERVAZIONE

Discreto

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