Cerro al Volturno (castello Pandone)

CENNI STORICI

«Il Castello di Cerro al Volturno è situato sulla sommità di uno sperone di roccia, molto particolare, le cui mura sembrano ora emergere o affondare nella stessa roccia. Il complesso si trova non molto distante dalla più conosciuta Abbazia di San Vincenzo al Volturno, lo ricordiamo, distrutta dai saraceni nell'881 e poi ricostruita dai monaci benedettini circa quaranta anni dopo, quando tornarono anche a ripopolare il circondario. Le prime origini del castello risalgono alla fine del X secolo, durante la dominazione dei longobardi, ma l'assetto attuale è il frutto della volontà della famiglia Pandone, che attorno al Quattrocento ampliarono in maniera considerevole tutto il complesso. Alcune modifiche furono apportate per meglio difendere il castello, come ad esempio la costruzione postuma delle bombardiere cosiddette alla francese, costituite da aperture di forma rettangolare che attraversano lo spessore delle mura nelle torri, sulle quali venivano posizionati i cannoni. L'interno invece è stato più volte riadattato dai vari proprietari che si sono succeduti nel corso dei secoli, tanto da rendere ancor oggi difficile una ricostruzione seppur immaginaria e parziale di questi spazi; molto suggestiva è la stradina, fatta a gradini, che collega il castello con la parte antica del paese. Ricordiamo infine, che agli inizi del 1700 il complesso feudale divenne proprietà della famiglia Carafa, mentre, gli ultimi proprietari del castello sono la famiglia Lombardi, i quali lo acquisirono nel secondo decennio del 1800.

Intorno alla conformazione rocciosa sovrastata dal castello si sviluppa il nucleo principale dell'abitato, diviso in due borghi raccolti intorno alle chiese di Santa Maria Assunta e di San Pietro Apostolo. La Chiesa di S. Maria Assunta si trova nella parte alta dell'abitato, vicino al castello, ed è per questo che è chiamata anche chiesa di Santa Maria al castello. Fu costruita intorno al 1000 dai primi abitanti del paese e fu promossa parrocchia intorno al 1500. Conserva, al suo interno, tre pale del XVII secolo e due cippi funerari di epoca romana (III-IV sec. d.C.). Molto interessante è il campanile a vela del XVII secolo. La Chiesa di S. Pietro Apostolo è, invece, nella parte bassa dell'abitato; secondo l'iscrizione sul portale, fu eretta nel 1318 ed ha subito diversi restauri a causa dei danni provocati dai molti terremoti. Al suo interno ospita un magnifico altare in marmo policromo; è inoltre dotata di un poderoso campanile ad angolo la cui campana è datata 1300. Probabilmente all'epoca di Roberto d'Angiò, nel 1325, si costituì una unificazione dei due borghi con la realizzazione di una cinta muraria munita di torri circolari che dal castello arrivava fin sulla sponda del sottostante rio. Alcune di queste torri, inglobate in edifici che vi si sono sovrapposti, si riconoscono sul lato orientale del nucleo abitativo. Sulla sommità di Monte Santa Croce, a quota 1000 metri, nel 1980 è stata rinvenuta una fortificazione sannitica lunga quasi un chilometro e alta, in alcuni punti, quasi tre metri. Le fortificazioni poligonali che i Sanniti costruivano, nello stile ciclopico, per rafforzare i propri confini naturali, erano delle mura costruite con massi grezzi sovrapposti senza cemento e tenuti insieme dal loro stesso peso. È molto probabile che queste mura siano state costruite nel periodo precedente alle guerre sannitiche (IV secolo a.C.) quando la presenza di Roma si fece più minacciosa».

«Il Castello di Cerro al Volturno è situato sulla sommità di uno sperone di roccia, molto particolare, le cui mura sembrano ora emergere o affondare nella stessa roccia. Il complesso si trova non molto distante dalla più conosciuta Abbazia di San Vincenzo al Volturno, lo ricordiamo, distrutta dai saraceni nell'881 e poi ricostruita dai monaci benedettini circa quaranta anni dopo, quando tornarono anche a ripopolare il circondario. Le prime origini del castello risalgono alla fine del X secolo, durante la dominazione dei longobardi, ma l'assetto attuale è il frutto della volontà della famiglia Pandone, che attorno al Quattrocento ampliarono in maniera considerevole tutto il complesso. Alcune modifiche furono apportate per meglio difendere il castello, come ad esempio la costruzione postuma delle bombardiere cosiddette alla francese, costituite da aperture di forma rettangolare che attraversano lo spessore delle mura nelle torri, sulle quali venivano posizionati i cannoni. L'interno invece è stato più volte riadattato dai vari proprietari che si sono succeduti nel corso dei secoli, tanto da rendere ancor oggi difficile una ricostruzione seppur immaginaria e parziale di questi spazi; molto suggestiva è la stradina, fatta a gradini, che collega il castello con la parte antica del paese. Ricordiamo infine, che agli inizi del 1700 il complesso feudale divenne proprietà della famiglia Carafa, mentre, gli ultimi proprietari del castello sono la famiglia Lombardi, i quali lo acquisirono nel secondo decennio del 1800.

Intorno alla conformazione rocciosa sovrastata dal castello si sviluppa il nucleo principale dell'abitato, diviso in due borghi raccolti intorno alle chiese di Santa Maria Assunta e di San Pietro Apostolo. La Chiesa di S. Maria Assunta si trova nella parte alta dell'abitato, vicino al castello, ed è per questo che è chiamata anche chiesa di Santa Maria al castello. Fu costruita intorno al 1000 dai primi abitanti del paese e fu promossa parrocchia intorno al 1500. Conserva, al suo interno, tre pale del XVII secolo e due cippi funerari di epoca romana (III-IV sec. d.C.). Molto interessante è il campanile a vela del XVII secolo. La Chiesa di S. Pietro Apostolo è, invece, nella parte bassa dell'abitato; secondo l'iscrizione sul portale, fu eretta nel 1318 ed ha subito diversi restauri a causa dei danni provocati dai molti terremoti. Al suo interno ospita un magnifico altare in marmo policromo; è inoltre dotata di un poderoso campanile ad angolo la cui campana è datata 1300. Probabilmente all'epoca di Roberto d'Angiò, nel 1325, si costituì una unificazione dei due borghi con la realizzazione di una cinta muraria munita di torri circolari che dal castello arrivava fin sulla sponda del sottostante rio. Alcune di queste torri, inglobate in edifici che vi si sono sovrapposti, si riconoscono sul lato orientale del nucleo abitativo. Sulla sommità di Monte Santa Croce, a quota 1000 metri, nel 1980 è stata rinvenuta una fortificazione sannitica lunga quasi un chilometro e alta, in alcuni punti, quasi tre metri. Le fortificazioni poligonali che i Sanniti costruivano, nello stile ciclopico, per rafforzare i propri confini naturali, erano delle mura costruite con massi grezzi sovrapposti senza cemento e tenuti insieme dal loro stesso peso. È molto probabile che queste mura siano state costruite nel periodo precedente alle guerre sannitiche (IV secolo a.C.) quando la presenza di Roma si fece più minacciosa».

Bibliografia e Sitografia

https://www.visitmolise.eu/attrazione/-/d/dms/1554919/castello-pandone

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XI sec.

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