Campremoldo di Sotto (fraz. di Gragnano Trebbiense, Castelmantova)

CENNI STORICI

Sul ricco territorio pianeggiante della giurisdizione feudale di Campremoldo, poco meno di diecimila ettari non lontano da Piacenza, sorgono ben tre castelli, CastelvecchioCastelbosco e Castelmantova. Di un quarto insediamento sull’area attigua alla Chiesa di S. Pietro a Campremoldo di Sopra, detto il Castellaro non rimane traccia se non nel toponimo. Si tratta forse del sito più antico, risalente al periodo del primo incastellamento, quando la zona era in gran parte di proprietà dei monasteri di S. Sisto e di Quartazzola.

Fra il XII ed il XIII secolo questo feudo apparteneva a due importanti famiglie, i da Pecorara e i da Campremoldo. I primi erano una nobile famiglia originaria dell’alta Val Tidone che diede i natali al cardinale Jacopo da Pecorara, legato pontificio noto per l’aspra ostilità che lo contrappose a Federico II. I secondi erano invece una potente famiglia locale distintasi fra le societates piacentine e lombarde grazie all’attività mercantile e finanziaria esercitata sui mercati di mezza Europa.

Nella seconda metà del XII secolo queste due antiche famiglie furono scalzate dall’ascesa degli Scotti, i quali acquisirono la proprietà di buona parte di questi territori proprio all’apice della loro potenza politica ed economica, dovuta in gran parte ad Alberto Scoto, signore di Piacenza.

Castelmantova viene costruito agli inizi del XV secolo da Francesco Borla su concessione del Duca di Milano, “paziente” allora curato dal concessionario, che era “medico”. Sulla struttura castellare non appaiono evidenti segni di costruzioni preesistenti, anche se taluni eventi del XIII secolo, fra l’altro riportati dai cronisti medievali, inducono a pensare che a Campremoldo di Sotto dovesse sorgere già prima un fortilizio.

Il castello viene devastato durante eventi bellicosi occorsi nel 1636. Poche decine di anni dopo, acquistato dai Conti Civardi, viene ricostruito così come lo possiamo ammirare oggi. Il nobile Carlo Besini, originario di Mantova, che lo ottenne verso la metà del XIX secolo, lo chiamò appunto Castelmantova in onore della sua città.

La costruzione si presenta di forma regolare con due torri disposte in diagonale, l’ingresso principale è dal giardino, di lì si accede ad un cortile interno dove è impiantato un bel loggiato a due piani.

Bibliografia e Sitografia

http://www.archeomuseovaltidone.it/

http://nuke.valtidoneluretta.it/

http://www.comune.gragnanotrebbiense.pc.it/

http://www.castelmantova.com/

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PROVINCIA

REGIONE

EPOCA

XV sec.

STATO DI CONSERVAZIONE

Buono

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