CENNI STORICI
Il Monte della Rocca, lo "Scojo" per i vecchi tolfetani, non è solamente la caratteristica principale di Tolfa, ma, per motivi storici e di devozione rappresenta l'anima stessa del paese. Il Castello fu probabilmente eretto durante le invasioni barbariche o le incursioni saracene, quando sulle cime delle colline più difendibili del territorio sorsero castelli, abazie fortificate o nuove città. Tolfa, compare per la prima volta in un documento ufficiale nel 1201 e la Tulfa Veteris citata in questo documento è un piccolo borgo Medievale, protetto da possenti mura, costruite sul lato Nord-Ovest del monte. È solo con la scoperta delle cave di alunite e la produzione dell'allume, nel tardo Medioevo, che inizia l'espansione del paese fuori delle mura, con la costruzioni di palazzi rinascimentali e barocchi, chiese e conventi. Con la fine del Medioevo vennero meno le necessità di difendere il territorio e tutti i castelli dei Monti della Tolfa, furono abbandonati e dopo che agli inizi del Cinquecento Agostino Ghigi, lo spogliò delle artiglierie, cessò la manutenzione del Castello della Rocca. In una poesia del 1530, Annibal Caro lo descrive come: "un pezzo di sfasciume di una rocca", anche se per anni il Governatore della Tolfa continuerà a fregiarsi del titolo di castellano. Nonostante lo stato d'abbandono, il castello riuscì a difendere i tolfetani un'ultima volta nel 1799, quando l'esercito della Repubblica Francese, comandato da Napoleone, conquistò il paese, ma non riuscì ad espugnare il castello all'interno del quale si era rifugiata una parte della popolazione.
Bibliografia e Sitografia
Articoli di approfondimento
IMMAGINI