ROCCA D’ARCE (resti del castello)

CENNI STORICI

«Il Castello di Rocca d’Arce era imprendibile perché in parte inacessibile per la natura del sito, in parte munito di poderose fortificazioni. In tutto il lato Nord il Castello soprastava uno strapiombo di un paio di centinaia di metri, una rupe calcarea dalle pareti lisce e a perpendicolo. Ad Est lo strapiombo era collegato ad una serie di faraglioni per mezzo di apposita muraglia. A Sud e a Ovest l’ascesa al Castello era impedita da un complesso molto vasto ed articolato di fortificazioni. In alto si ergeva la mole centrale, attorniata da bastioni e torrazzi. La sua protezione era assicurata, inoltre, da più ordini di mura, almeno tre ordini, ma forse anche sette. Avamposti del Castello erano già ad Arce, a Campolato e a Colle San Martino. Un ordine di mura era lungo l’attuale Murata, le “Muratte”, che partivano da Santa Maria dello Stingone (Sant’Agostino o Sant’Antonio), risalivano fino al “Torrione” (punta Sud del Centro storico di Rocca d’Arce) da una parte, e dall’altra andavano fin verso il centro di Arce, da cui proseguivano verso l’attuale serbatoio dell’acquedotto sopra Santa Maria. Qui si vedono ancora dei resti. In questo modo le mura chiudevano ad U il Castello, in una morsa fortemente protettiva. Arce aveva altri posti strategici per la difesa del Castello di Rocca d’Arce: porta Germani, porta Carosi, il piccolo castello dove oggi sorge il Comune, porta Santa Maria. Altre mura cerchiavano il Castello, nel centro di Rocca d’Arce e lungo la linea delle primitive mura ciclopiche. Raramente si è vista una sì potente opera di fortificazione. Ed infatti il Castello di Rocca d’Arce ha resistito agli attacchi più formidabili e mai è stato preso per assalto, ma piuttosto per tradimento o per resa. Uno dei problemi più gravi poteva essere l’assedio, che impediva il rifornimento dei viveri e dell’acqua. Quando l’assedio non era totale, ma lasciava scoperto il territorio verso la campagna a Oriente, ingegnosi sottopassaggi potevano permettere la comunicazione ed il rifornimento idrico alla “Fontana a Monte” e alla “Fontana a Balle”, oltre il rifornimento alimentare nella sottostante zona che chiamiamo “Peschito”. La “Grotta del Diavolo” poteva essere uno di questi passaggi segreti. ...».

Bibliografia e Sitografia

http://www.laciociaria.it/comuni/roccadarce_castello.htm

Articoli di approfondimento

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XII sec.

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