Santo Stefano d’Aveta (castello Malaspina)

CENNI STORICI

Mille e dieci metri sul livello del mare, circa milleduecento abitanti, Santo Stefano d’Aveto è un gioiello nel cuore dell’Appennino, al confine fra la Liguria e l’Emilia Romagna, dove si respira un’aria tutta particolare, fatta del profumo della famosa focaccia ligure, dalle case dal sapore trentino, e dalla mole del suo grigio castello. Già nel secondo secolo a. C. si hanno notizie di questi luoghi, se è vero, come sembra, che proprio alle pendici del Monte Penna si svolse l’ultima battaglia grazie alla quale i Romani domarono l’ultima fiera resistenza dei Liguri. Nel secolo XII l’imperatore Federico I il Barbarossa conferì il feudo di Santo Stefano d’Aveto ai Malaspina, che vi costruirono questo poderoso castello poi passato ai Fieschi e ai Doria, e di cui rimangono imponenti ruderi. A loro volta infatti i Malaspina cedettero il castello ai Fieschi e questi ne furono espropriati dai Doria dopo la fallita congiura del 1547, una sortita che mirava al loro rovesciamento da parte dei signori di Lavagna. L'importanza dell'edificio, posto a presidio di una zona strategica e di confine nei pressi del valico verso la Valle Padana, è documentata anche dalla sua trasformazione cinquecentesca, motivata dal suo persistente valore strategico nei traffici fra i versanti. Costituito da un muro perimetrale a forma di pentagono irregolare, il castello conserva su quattro dei cinque vertici profondi bastioni a fianchi rientranti, fortemente scarpati, e sul quinto un piccolo bastione semplice che si presentava all'interno come un pendio inerbato che saliva dalla porta di accesso verso gli spalti retrostanti. All’interno invece, l'edificio non ha subìto grandi cambiamenti rispetto all'intervento cinquecentesco, conservando il suo aspetto preesistente, con una piccola piazza d'armi lungo la quale erano allineati i diversi vani, collegati tra di loro da ballatoi impostati su colonne; su di un lato, il vecchio maschio conservava la sua struttura, molto più elevata dei bastioni. Ed ora, questo prezioso esempio di architettura medievale sta pian piano ritrovando la sua gloria, visto che solo fino a pochi anni fa le mura erano praticamente e forse volutamente coperte da alte piante collocate a margine del perimetro. Con il lungo restauro realizzato il castello ha avuto il giusto onore, e adesso è tutto da riscoprire.

Bibliografia e Sitografia

©2007-2012 Elisa Delgrosso. https://castelliere.blogspot.com/2017/06/il-castello-di-martedi-6-giugno.html

Articoli di approfondimento

PROVINCIA

REGIONE

EPOCA

XII sec.

STATO DI CONSERVAZIONE

Buono

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