CASSINO (Rocca Janula)

CENNI STORICI

«La prima impostazione si pensa debba risalire ai tempi dell’abate Aligerno (949-986) e doveva consistere in una cinta fortificata che soltanto successivamente, durante il governo dell’abate Mansone (986-989), fu rafforzata ed ampliata. Nel XII secolo il nucleo fortificato fu occupato dai popolani di Sangermano che si erano ribellati ai monaci dell’Abbazia. Soltanto nel 1123 per merito dell’Abate Gerardo i monaci riuscirono a riconquistarla ed immediatamente fu restaurata e potenziata nei suoi impianti difensivi. A tali lavori si deve l’edificazione della poderosa torre pentagonale o mastio. Con l’avvento dell’imperatore Federico II, si assistette ad una iniziale demolizione di parte delle murature della rocca che subito dopo, nel 1227, venne riedificata e potenziata dallo stesso Imperatore allorché ne comprese la favorevole posizione strategica. Altri importanti lavori di potenziamento furono eseguiti negli anni 1231, 1235 e 1239. Con la fine della dinastia sveva, la rocca passò in proprietà agli Angioini e da quel periodo seguì le sorti di tutti i feudi della zona, in continuo ballottaggio tra lo Stato Pontificio e le potenti signorie che contrastavano agli abati il governo del feudo. Soltanto nel 1742 la Rocca Janula venne inserita tra i beni demaniali e quindi cadde in rovina per abbandono. Nel 1910 si pensò di fare i primi lavori di restauro, ma le lungaggini burocratiche hanno impedito un proprio ripristino delle opere più deboli che le ultime vicende belliche hanno ridotto allo stato di rovina. Si trattava di un ampio complesso di mura fortificato comprendente all’interno da un’ampia cerchia di mura anche il primitivo borgo di Cassino. L’organismo architettonico era diviso in due parti; una alta, la rocca vera e propria, ed una bassa, degradante verso le pendici della cortina, la quale costituiva l’intero perimetro murario difensivo del borgo. Il castello aveva due ingressi; uno verso l’abitato di Sangermano, sul lato sud-ovest, ed un altro probabilmente a nord. L’ingresso verso Cassino, di cui rimasero poche tracce giunte fino ai giorni nostri, doveva avere la difesa garantita da un massiccio torrione cilindrico che si trovava alla sua sinistra (oggi del tutto scomparso). Anche la precisa posizione dell’ingresso su lato nord, causa le distruzioni della guerra e la successiva rigogliosa rinascita della vegetazione, andò irrimediabilmente perduta. Sparito è anche il tracciato della cerchia muraria di ampliamento a difesa del borgo, del tutto interamente distrutta dal pesanti bombardamenti di artiglieria e aerei nel periodo gennaio-maggio 1944. I resti denotavano, prima dell’ultima fase di restauro iniziata negli anni scorsi, una tecnica costruttiva assai raffinata, che si esplicava attraverso la messa in opera di un paramento murario composto da filari di pietra calcarea in blocchi regolarmente squadrati. Tali caratteristiche costruttive fanno propendere per la datazione al XIII secolo e quindi alla possibilità di annoverare questa fortificazione tra le opere federiciane più importanti del basso Lazio».

Bibliografia e Sitografia

http://digilander.libero.it/historia_militaria/roccajanula.htm

 

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