NORCHIA (ruderi del castello dei Di Vico)

CENNI STORICI

Da Vetralla, percorrendo per circa 9 chilometri la S.S. Aurelia bis verso Tarquinia, si stacca sulla destra, in località Colle Cinelli una stradina che dopo altri 6 km termina in corrispondenza del parcheggio del sito archeologico. Per chi proviene da Tarquinia invece, dopo aver superato Monte Romano e percorso circa 20 chilometri, troverà questa stradina sulla sinistra. Arrivati quindi al parcheggio si prosegue a piedi lungo la mulattiera che si inoltra la necropoli rupestre di Norchia. La presenza di un centro abitato nel medioevo è testimoniata, nei pressi del Fosso di Pile, da alcuni resti del borgo, del castello della famiglia Di Vico e della chiesa di San Pietro risalente al IX secolo d. C. e costruita su un preesistente tempio etrusco-romano. Sono inoltre ben visibili i resti di una porta d’accesso e il tracciato della Via Clodia. Questo tracciato si inoltra per circa 400 metri in una “tagliata” che, in epoca etrusca, serviva come via di comunicazione per muoversi all’interno della città. Il centro abitato, denominato Orclae nel periodo romano, era situato su un pianoro nella parte più alta dell’emergenza tufacea e le tombe, quasi tutte a dado o finto dado, venivano scavate nel tufo rosso e arricchite con svariati accorgimenti architettonici che tutt’ora possiamo ammirare. Alcune di queste, proprio per la loro caratteristica e per il loro stato di conservazione risultano essere tra le più importanti del mondo etrusco. Possiamo citare per esempio la Tomba Ciarlanti, la Tomba Smurinas, la Tomba Prostila e la Tomba Caronte nella necropoli del Fosso di Pile, e la Tomba dei Lattanzi in quella del Biedano. Le tombe, alcune delle quali usate nel medioevo come abitazioni a grotta e ricoveri, risalgono a due periodi differenti: l’arcaico, tra il VI e il V secolo d. C. e le ellenizzanti tra il IV e il II secolo d. C. Questa importante città, che visse periodi di splendore alternati a periodi di profonda decadenza, fu definitivamente abbandonata nel 1453 a seguito di una grave epidemia di malaria.

Bibliografia e Sitografia

Norchia la città perduta, sulla via Clodia tra necropoli etrusche e ruderi medievali | TusciaUp

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