COLOBRARO (ruderi del castello baronale)

CENNI STORICI

«Il Castello di Colobraro viene realizzato da un capitano di nome Colombano. Si narra che egli abbia edificato la fortezza solo dopo aver ottenuto la signoria del luogo. Il possesso di questa terra lo ottiene per atti di valore che compie durante una delle prime crociate. Secondo altre testimonianze, il capitano ottiene la signoria del luogo da un barone, il nobile Guaimario. La roccaforte, per un lunghissimo lasso di tempo, diviene la sede più ambita, per eccellenza, dei soggiorni di ricchi signori, nonché di diversi feudatari. Tra questi, se n’è possono rammentare alcuni quali i Chiaromonte, i Sanseverino, i Carafa, i Donnaperna e i Brancalasso. Questi signori, grandi feudatari, si avvicendano alla guida del feudo di Colobraro. Pare che il castello baronale possa conservare alcuni segreti che non tutti conoscono. La storia della fortezza sembra avvolta nel mistero. Si narra che nel fondo dei suoi pozzi vi abitano centinaia di serpenti. La presenza di questi serpenti è in parte legata alla radice dell’appellativo Colobraro;appellativo, per molti, addirittura innominabile per un’antica credenza superstiziosa. Del castello, dall’aspetto sfarzoso e principesco, oggi restano soltanto pochi ruderi. Accanto ai resti del castello, si trova la Chiesa parrocchiale di San Nicola risalente al XII secolo. Numerosi sono i tentativi di valorizzazione. Un progetto per il recupero di questo patrimonio storico e architettonico della zona, è oggi all’attenzione degli esperti».

Bibliografia e Sitografia
Articoli di approfondimento

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X sec.

STATO DI CONSERVAZIONE

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