ARPINO (resti del castello di Ladislao o rocca di Civita Falconara)

CENNI STORICI

«Adagiata su di un sistema collinare che si erge improvviso sulla vallata, Arpino offre il suo profilo inconfondibile al visitatore che vi giunge. Man mano che ci si avvicina alla cittadina, circondata da una campagna prospera di uliveti secolari, si fa più netto il contorno imponente del Castello di Ladislao con la chiesetta della Madonna di Loreto, e si distinguono le sagome degli edifici sulle quali svetta il campanile barocco di S. Maria di Civita. Siamo sul versante sinistro della Media Valle del Liri, prossimi alle estreme propaggini dell’Appennino centrale. ... Dopo l'anno Mille Arpino fu dominio normanno con Roberto, duca di Caserta. Nel XIII sec., con l'arrivo nell'Italia meridionale degli Svevi, subì drammatiche distruzioni ad opera di Federico II (1229) e di Corrado IV (1252). Quest'ultima incursione, culminata in un rovinoso incendio, cancellò molte delle antiche vestigia romane conservate nella città e costrinse la popolazione superstite a rifugiarsi nella vicina località fortificata di Montenero. Con la conquista del Regno di Napoli da parte degli Angiò, nel 1265, Arpino conobbe una significativa ripresa. A questo periodo risalgono infatti molte opere di fortificazione, tra le quali i torrioni e i castelli di Civitavecchia e di Civita Falconara. Nel corso del XIV secolo fu feudo della famiglia degli Etendard e dei Cantelmi. Nel 1409 il re di Napoli Ladislao d' Angiò-Durazzo le concesse il privilegio di città demaniale, sottraendola così alla giurisdizione feudale. Il sovrano vi stabilì anche una guarnigione militare, che si insediò nel castello ancora oggi denominato "Castello di Ladislao" sovrastante la rocca di Civita Falconara. Il re trascorreva lunghi periodi nel castello arpinate, punto strategico per la difesa dei confini settentrionali del Regno. ...».

Bibliografia e Sitografia

http://www.hobbymagazine.altervista.org/SITO%20VIAGGI/Idee%20di%20viaggio/Arpino.pdf

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