CENNI STORICI
«Il Castello Cantelmo di Alvito è un'antica fortezza posta sulla cima di un colle sovrastante la piana d'Alvito, che si sviluppa in direzione nord-est sud-ovest, dove è pure l'abitato di Castello, frazione intramoenia di Alvito e centro di fondazione dell'attuale città, uno dei primitivi abitati sorti dopo il disfacimento della benedettina Civita di Sant'Urbano. Dagli anni novanta è di proprietà del Comune di Alvito, che sta provvedendo a ricostruirlo nelle parti andate, col tempo, distrutte, e a riconsolidare quanto rimasto, per promuovervi incontri culturali e manifestazioni sociali. È anche conosciuto col nome di Castello di Alvito, benché amministrativamente si indichi in tal senso l'intera frazione alvitana in cui è sito il maniero. Ancora alla fine del XIX secolo il castello doveva apparire grossomodo integro delle sue strutture e conservare tutta l'imponenza originaria. Diversi terremoti del XX secolo e anni di abbandono però causarono il crollo e la perdita degli elementi architettonici più vistosi, dal maschio alle merlature. La struttura architettonica è costruita secondo i modelli dell'economia militare e non ha subito interventi di restauro filologico o manieristico come successo ad altre strutture simili e conserva quindi tutte le forme medievali. Gli elementi principali sono i sistemi difensivi, disposti progressivamente da un perimetro esterno al centro e l'edificio in cui risiedevano i castellani. Una prima cerchia muraria alta cinque metri circonda tutta l'area su cui si è sviluppato il castello, di forma trapezoidale, ricavata spianando la cima del colle; alle prime mura, che si innalzano per cinque metri, corrispondeva un fossato profondo altri cinque nel lato che dà verso il centro abitato. Una seconda cerchia muraria proteggeva l'edificio vero e proprio, protetto da quattro muraglioni a scarpa, con quattro torri angolari alte 14 metri e larghe 11 di circonferenza alla base e 9 alla cima. Al centro della seconda cerchia si ergeva un edificio quadrangolare, il maschio, che si innalzava per 11 metri più in alto rispetto al resto del castello: al lato sud dell'edificio dovevano trovarsi le stanze della nobiltà, mentre nei restanti locali risiedeva la servitù e le guardie. Una torre ottagonale ne proteggeva l'accesso.
Dagli anni Novanta il castello è di proprietà del comune di Alvito, che sta provvedendo a ricostruirlo nelle parti andate, col tempo, distrutte, e a riconsolidare quanto rimasto. I primi interventi risalgono al 1994 e sono stati affidati dalla provincia di Frosinone all'architetto Giulio Rossetti, che ha curato la ricostruzione, con le pietre originarie, di parte delle torri, delle merlature e dei principali ingressi, ripulendo gli accessi e restaurando le volte principali. Alcuni ambienti sono ancora in fase di ricostruzione. La struttura ospita nel periodo estivo una manifestazione culturale denominata Castello Reggae, in cui diversi musicisti si esibiscono con composizioni e performance di ispirazione caraibica, con gli strumenti e i suoni tipici della musica reggae, dello ska e del rhythm and blues. In uno dei cortili interni è stata installata una voliera. Edificato alla fine del secolo XI dai conti D’Aquino per un impegno preso con l’abbazia di Montecassino che desiderava un avamposto a guardia dell’accesso nord della valle. Ricordato nei Registri Angioini come edificio militare (nel 1293 era tenuto in perfetto assetto di guerra, con abbondanti munizioni e considerevoli provviste alimentari), dopo il terremoto del 1349 che lo distrusse venne riedificato e assunse anche funzioni di palazzo feudale, dimora dei Cantelmo. L’impianto, di notevole estensione, è attualmente ridotto ad un rudere, in cui sono comunque leggibili avanzi di possenti mura strombate, resti di bastioni e torri. A pianta pentagonale, ha tre torri cilindriche che guardano verso i tre lati della valle, di cui quella di sud-est conserva tracce di antiche merlature».
Bibliografia e Sitografia
http://www.comune.alvito.fr.it/2011/jhome/index.php?option=com_content&view=article&id=66&Itemid=49
Articoli di approfondimento
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EPOCA
XII sec.
STATO DI CONSERVAZIONE
Buono
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