CENNI STORICI
La Terra Murata sorge sul promontorio più alto di Procida a circa 91 metri sul livello del mare. Grazie alla sua posizione strategica, la Terra divenne, dal IX secolo, il nucleo abitativo dell'isola e fu denominata Terra Casata. Era possibile accedervi da due porte: la Porta della Terra, o di Sant'Angelo e la Porta di Mezz'Omo. La particolare forma ovale della cittadella testimonia ancora oggi la vita quotidiana che si svolgeva tutt'attorno all'Abbazia. In via del Borgo è possibile ammirare un'abitazione tipica che rappresenta un esempio di edilizia locale. L'unico esemplare inveece di architettura gentilizia è il Palazzo De Iorio ritenuta l'abitazione di Giovanni da Procida, primo feudatario dell'isola ed eroe dei Vespri Siciliani. Nel 1656 l'edificio fu adibito a Conservatorio delle Orfane. Le continue incursioni piratesche che imperversarono per tutto il XVI secolo, spinsero il Cardinale Innico d'Avalos d'Aragona, feudatario dell'isola nonché Abate Commendatario dell'Abbazia di San Michele Arcangelo (1561-1600), a ordinare il riassetto dell'intero borgo di Terra Casata. Nel 1563, egli fece costruire il Castello d'Avalos, in luogo dell'antica Porta della Terra ed edificare intorno alla cittadella delle mura bastionate nelle quali venne aperta la Porta di Ferro: la Terra Casata divenne così Terra Murata, terra cinta di mura. In tal modo il palazzo avrebbe reso il borgo inaccessibile dal mare ma avrebbe anche conferito al Cardinale una degna dimora. Gli architetti Giovanbattista Cavagna e Benvenuto Tortelli furono incaricati della realizzazione. Il Castello fu costruito a picco sul mare a semplice pianta rettangolare su quattro livelli, furono abbattute la porta d'ingresso della Terra Casata e la Porta di Sant'Angelo. Esso rimase la dimora della famiglia d'Avalos sino agli inizi del XVIII secolo, fin quando l'isola di Procida venne loro confiscata. Nel 1744, Procida divenne bene allodiale della Corona e Carlo III di Borbone dispose la trasformazione del Castello in Palazzo Reale. Gli interventi tesero prevalentemente ad una razionale ridistribuzione degli spazi interni ed alla realizzazione di nuovi ambienti per la corte. Dopo il 1815, il palazzo reale divenne prima collegio militare e, tra il 1830 e il 1831, fu adibito a BAGNO PENALE dal re Ferdinando II di Borbone. Il Castello d'Avalos fu modificato per soddisfare le necessità del nuovo impianto carcerario: celle, corridoi, camerate comuni e cubicoli per le punizioni. I quattro livelli dell'edificio, vennero suddivisi a seconda della gravità delle pene: i piani bassi, umidi ed angusti, ospitavano prigionieri politici o assassini; il piano più alto, chiamato Reclusione, era occupato da condannati al 'minimo dei ferri'. Nei sotterranei vi erano, infine, celle interrate utilizzate come celle di rigore. Dal XIX secolo, il complesso carcerario mutò notevolmente: le aree sottostanti vennero utilizzate per ricavare ulteriori spazi per soddisfare le mutate esigenze (celle, servizi igienici, lavanderie, medicheria) e nel 1850 fu realizzato un opificio, volto ad attenuare le condizioni di degrado in cui versavano i detenuti. Nel dopoguerra, furono apportate ulteriori modifiche all'intero impianto per rispondere meglio ai canoni di carcere di massima sicurezza. Il carcere di Procida fu chiuso definitivamente nel 1988.Bibliografia e Sitografia
https://www.comune.procida.na.it/index.php?action=index&p=621Articoli di approfondimento
CITTÀ
PROVINCIA
REGIONE
EPOCA
XVI sec.
STATO DI CONSERVAZIONE
Museo
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SITO UFFICIALE
IMMAGINI