Sassuolo (palazzo Ducale)

CENNI STORICI

«La storia dell’attuale Palazzo Ducale inizia nel 1634 quando il complesso castellano preesistente (già degli Este e poi dei Pio di Savoia) fu trasformato in reggia estiva per volontà di Francesco I d’Este, il giovane duca che riportò agli antichi fasti il casato estense nel ducato di Modena e Reggio Emilia, dopo la perdita di Ferrara nel 1598 e lo spostamento della capitale a Modena. Il palazzo, denominato anche “Delizia” per la sua bellezza in rapporto al paesaggio, rappresenta un vero gioiello dell’arte barocca italiana. Fu realizzato nel cuore della città, circondato da giardini e da un immenso parco secondo il progetto del romano Bartolomeo Avanzini, con soluzioni decorative ispirate dal celebre Gian Lorenzo Bernini e con la partecipazione, in particolare nella realizzazione della Peschiera, stupefacente “teatro delle acque”, dell’ingegnere e scenografo della corte estense Gaspare Vigarani, che lavorò anche per Luigi XIV di Francia. Già sede dell’Accademia Militare di Modena sin dal 1941, dal 29 maggio 2004 il palazzo è in consegna alla Soprintendenza per i Beni Storici, Artistici ed Etnoantropologici di Modena e Reggio Emilia ed è un museo statale aperto al pubblico. Il recupero del Palazzo, grazie ad un intenso lavoro di restauro e di allestimento museale, consente un utilizzo pieno del piano nobile, con gli Appartamenti ducali e di rappresentanza, ed in parte del piano terra con gli ambienti d’accoglienza e l’Appartamento dei Giganti. Al piano nobile si accede dallo Scalone d’Onore ed è possibile visitare 27 sale che compongono gli Appartamenti Ducali, così definiti perché in origine riservati esclusivamente alla famiglia estense: la Galleria di Bacco, l’Appartamento del Duca, Il Salone delle Guardie, l’appartamento della Duchessa, l’Appartamento stuccato.

Se in alcuni ambienti persistono tracce delle più antiche decorazioni quattro-cinquecentesche, le stanze del piano nobile si presentano oggi nell’aspetto barocco, affrescate entro il 1658 da un’équipe di artisti che seppero ben interpretare la passione artistica e la volontà di magnificenza di Francesco I d’Este. Sono protagonisti della decorazione a fresco il francese Jean Boulanger, pittore ufficiale della corte estense, e i quadraturisti bolognesi Angelo Michele Colonna e Agostino Mitelli, affiancati da numerosi altri pittori, abili plasticatori e scultori. Le sale erano arredate secondo il gusto barocco del tempo con dipinti commissionati dal Duca ad artisti celebri come Guercino e Salvator Rosa. Nelle pareti e nei soffitti sono raffigurati episodi allegorici e mitologici, temi letterari e storici che celebrano la dinastia estense e gli ideali del “buon governo” del duca Francesco. Le raffigurazioni sono inserite all’interno di sorprendenti quadrature, architetture dell’inganno che moltiplicano virtualmente gli spazi alla ricerca degli effetti barocchi dell’illusione e della meraviglia. Nell’Appartamento Stuccato, nelle ricche cornici che accoglievano i dipinti seicenteschi, quasi tutti perduti, sono collocate opere contemporanee di artisti americani ed europei commissionate nel 2001, in occasione della mostra Monochromatic light, da Giovanna e Giuseppe Panza di Biumo per queste sale (opere poi donate allo Stato nel 2005). I dipinti sono in linea con le espressioni concettuali della Minimal Art. Sul piazzale della Rosa, di fronte alla Peschiera, s’innalza la chiesa “palatina” di San Francesco, prezioso episodio del barocco estense. Fu edificata nel 1653, per volere di Francesco I d'Este, da Bartolomeo Avanzini, come cappella ducale collegata al Palazzo tramite un percorso interno. È qualificata all’interno dagli affreschi di Gian Giacomo Monti e Baldassarre Bianchi, con interventi di Jean Boulanger nelle parti figurate. Vi è conservato un Crocifisso, il Santo Tronco, che, secondo la tradizione, era stato ricevuto in dono da Marco Pio da una fanciulla turca durante una crociata».

Bibliografia e Sitografia
Articoli di approfondimento

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XVI sec.

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Restaurato

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