CENNI STORICI
«Gli ultimi signori feudali di Cerchiara furoni i Pignatelli che, per aver trovato inabitabile il castello, costruirono, nel 1600, una nuova dimora in pianura, alla sinistra del Torrente Caldanello. Per la imponenza della costruzione e le superstrutture signorili, venne chiamato fin da allora, Palazzo della Piana. La costruzione, a pianta quadrilatera con un ampio cortile centrale, inglobò la preesistente torre costruita da mastro Angelo Capoccia nel 1547, come attesta una sua iscrizione, allorché Carlo V aveva dato disposizione di difendere le coste calabresi, contro i turchi con torri di avvistamento e di difesa. Attorno al palazzo si costruirono il mulino (alimentato dall’acqua del vicino torrente), il frantoio ed il forno, dove la gente poteva recarsi a chiedere, alle condizioni del tempo, il servizio di molitura del grano e delle olive o quello della cottura del pane. Per evitare l’impiego di molta manodopera il Marchese utilizzò l’acqua della caldana, poiché generalmente i contadini macinavano con mole di piccole dimensioni, girate a braccia o fatte girare da un animale, e così creò a suo favore una continua fonte di guadagno ed una maggiore e più estesa dipendenza. A questi servizi di origine feudale i Pignatelli fecero seguire una delle prime industrie agricole della Calabria, quella della liquirizia, e la collegarono con quella di Corigliano, di proprietà della famiglia feudale Saluzzi, con cui erano entrati in parentela. Il prodotto era tra i migliori sulla piazza di Londra, poiché il foglio commerciale di Londra, “Morning Cronichle” lo qualificava “eccellente per la purezza ed il colorito”. Con questa industria le cui strutture murarie ancora esistono con il caratteristico fumaiolo che svetta tra gli ulivi spento e solitario, si era creata una buona fonte di guadagno per la famiglia Pignatelli. Nell’ultimo secolo, vicino al Palazzo fu costruita anche la chiesetta privata dei Pignatelli che dal 1957 è divenuta parrocchia indipendente e, nel 1878 è stata completamente restaurata ed ingrandita. Nel 1925 il Palazzo con tutti i suoi possedimenti, passò al Barone Compagna da Corigliano che si affrettò a sistemare sul portone il suo stemma gentilizio raffigurante il leone rampante. La torre non ha avuto assalti dagli stranieri ma piuttosto dai locali affamati. Il Palazzo, abbandonato negli anni ’70, è oggi in rovina e adibito a deposito agricolo».
Bibliografia e Sitografia
http://castelliere.blogspot.it/2012/09/il-castello-di-sabato-1-settembre.html
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