CENNI STORICI
La contrada dell’Arioso è un piccolo borgo agricolo di circa un centinaio di abitanti per la maggior parte dediti alla pastorizia e all’agricoltura che dista 21 km dal centro di Potenza ed è situato a 980 m. s.l.m. in posizione di cerniera fra le zone turistiche della “Sellata”, della “Maddalena” e di ‘Pierfaone’. Il complesso si trova in posizione dominante rispetto all’edilizia minore del borgo agricolo. A pochi metri dall’edificio una fonte d’acqua silvestre citata dall’abate Faggella nelle sue memorie. Tra la fine del decimo secolo e l’inizio dell’undicesimo l’edificio risulta abitato e nell’età sveva subisce numerosi saccheggi e distruzioni “Palazzo” da parte di una congregazione di frati trinitari provenienti da Venosa e la costruzione della piccola chiesa adiacente all’edificio. In età borbonica il “Palazzo ,” torna ad assolvere la funzione per la quale era stato progettato; con la cacciata dei frati da parte di un barone lombardo insediatosi nel “Castrum Gloriosum” (altro edificio fortificato situato sulle pendici scoscese di una collina a circa un chilometro a valle del Palazzo, oggi ridotto a pochi ruderi), esso torna ad essere palazzo baronale. Da ricordare nella prima metà dell’ottocento una lite fra i proprietari dell’edificio ed i baroni di Satriano che causò la parziale distruzione della parte sud del Palazzo. Da allora l’edificio conosce una serie di interventi e di ulteriori espansioni: fino al 1910 circa. Nel primo novecento le parti sud ed est dell’edificio vengono adibiti all’alloggio della servitù, a piano terra parte a stalle e parte trasformate in carcere. Dopo la seconda guerra mondiale, con l’intervento della diocesi di Acerenza, al borgo agricolo viene assegnato un parroco che consente di riaprire al culto la chiesa. Dopo il sisma del 1980 il fabbricato viene completamente abbandonato. Il complesso è articolato in tre piani a valle (prospetto sud) e due a monte prospetto principale, molte parti dei solai lignei sono crollati. Al primo piano sono visibili le celle dei frati, collegate al cortile e al grande refettorio. La chiesa annessa al complesso conserva un affresco della “Vergine Ascendente” di Giacomo da Senise. Di particolare interesse architettonico è la scala interna che collega i vari piani, caratterizzata da una struttura a rampe poggianti su archi a tutto sesto. Tutti i balconi esterni sono caratterizzati da soglie in pietra lavorata, la loggia principale conserva quattro elementi in ferro battuto finemente lavorati. Gli interni del piano terra, meglio conservati hanno la struttura caratterizzata da volte a botte e alcuni da volte a crociera. Il complesso è in gravi condizioni statiche e se ne auspica un recupero strutturale che scongiuri la perdita di una importante testimonianza storica ed architettonica.
Bibliografia e Sitografia
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X sec.
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