CENNI STORICI
«Le torri di Garisenda e degli Asinelli rappresentano il simbolo di Bologna; esse furono erette nel XII secolo da due nobili famiglie ghibelline: gli Asinelli e i Garisendi. Queste due torri 'gemelle' sono collocate strategicamente nel punto di ingresso in città dell'antica via Emilia. L'attuale isolamento in cui ci appaiono oggi al centro dello slargo di piazza di porta Ravegnana non corrisponde ovviamente all'originaria sistemazione con costruzioni lignee intorno e passaggi sospesi di collegamento. Realizzate in muratura come poche altre costruzioni svolgevano importanti funzioni militari (di segnalazione e di difesa) oltre a rappresentare con la loro imponenza il prestigio sociale della famiglia. Alla fine del XII secolo se ne contavano in città un centinaio di cui solo una ventina, sopravvissute ad incendi, guerre e fulmini, sono oggi ancora visibili. La torre degli Asinelli, pendente verso ovest di 2,23 m, è la più alta (97,6 m) e spicca su tutti gli altri edifici cittadini. Una scala di 498 gradini conduce fino in cima; dall'alto si gode una splendida vista sulla città. La torre Garisenda misurava in origine 60 m, ma fu abbassata nel Trecento per timore di un crollo. Oggi è alta 48 m circa e ha una pendenza di 3,22 m verso nord-est. Recente è la ricollocazione dinanzi alle torri di una statua di San Petronio di Gabriele Brunelli del 1670, che era stata rimossa nel 1871 "per motivi di traffico". Torre degli Asinelli viene costruita tra 1109-19 dalla famiglia omonima e passa al Comune già nel secolo successivo. Alta 97,20 m presenta uno strapiombo di 2,23 metri e una scalinata interna di 498 gradini terminata nel 1684. Il basamento è circondato da una 'rocchetta' realizzata nel 1488 per ospitare i soldati di guardia. Oggi sotto il portico sono state ricollocate alcune botteghe di artigianato a ricordo della funzione commerciale svolta dal medievale 'mercato di mezzo'. Coeva alla precedente si differenzia visivamente per la minore altezza (48,16 metri) e il forte strapiombo (3,22 m) dovuto ad un precoce e maggiore cedimento del terreno e delle fondamenta. Dante che la vide ancora integra la paragona ad Anteo chinato nel XXXI Canto dell'Inferno. A metà del XIV secolo si rende necessario l'abbassamento. Il rivestimento in bugne di selenite alla base risale invece alla fine del XIX secolo».
Bibliografia e Sitografia
http://arredamenti-polli.com/bologna/torre-garisenda.php
Articoli di approfondimento
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EPOCA
XIII sec.
STATO DI CONSERVAZIONE
Buono
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