SAN FELE (resti del castello)

CENNI STORICI

«Potremmo dire che storicamente il legame di San Fele con la regione del Vulture si è consolidato sulla base di una sorta di complementarietà che trova anche dei curiosi spunti storici come la vicenda del Castello di cui oggi re stano solo alcuni ruderi, ma che costituisce l’elemento cardine attorno al quale si è poi sviluppato l’impianto urbano di San Fele. Melfi e Lagopesole quindi, due caposaldi di un’area piuttosto ampia, ma sostanzialmente identificabile con il sistema del Vulture, si legano in modo indissolubile con i castelli federiciani ed in particolare con la figura di Federico II, trasmettendo una immagine del tutto accattivante, legando i due superbi esempi di architettura militare ad aspetti altrettanto interessanti sull’operato della dinastia degli Svevi e sulla personalità dell’imperatore (le costituzioni melfitane, i trattati e le speculazioni sulla caccia, la passione per l’architettura). Il Castello di San Fele diventa, invece, prigione che svolge un ruolo importante nell’estinzione del dominio svevo, in quanto tra gli altri vi viene detenuto Enrico, figlio di Federico II. Ma già la ratio della sua costruzione, costituisce un elemento destinato a condizionarne le sorti nei secoli a venire. San Fele nasce come fortezza costruita, nel 969 dell'Era Cristiana, da Ottone I di Sassonia, avamposto di frontiera fra due mondi, per bloccare l’avanzata del dominio bizantino con tutto ciò che esso rappresentava in termini di visione economica, politica, culturale e religiosa, opposta ed antagonista a quella dei popoli venuti dal nord come i Longobardi e i Sassoni. Successivamente la fortezza viene utilizzata come luogo di detenzione sia nello scontro tra Normanni ed Angioini che in seguito nel periodo del dominio Durazzesco-Aragonese. Doveva essere certamente un carattere peculiare quello dell’austerità, ispirato da una natura di questo territorio, allo stesso tempo aspra per l’aspetto delle montagne, superba per la presenza di boschi rigogliosi, ma anche serena e tranquilla come il rigoglio dei torrenti, per far sì che l’opera di predicazione di Guglielmo da Vercelli trovasse un luogo di dimora. Infatti, nel 1189, si decide di dare inizio alla costruzione della chiesa di S. Maria di Pierno, esattamente aipiedi di Monte Pierno, in territorio di San Fele».

Bibliografia e Sitografia
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X sec.

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