CENNI STORICI
«Porta Montanara. La costruzione della porta Montanara, detta anche di Sant'Andrea, risale al I secolo a.C. e si inserisce in un organico programma di riassetto del sistema difensivo cittadino, attribuito a Silla. La porta rientrerebbe nell’ambito delle ricostruzioni che, nei primi decenni del secolo, seguirono alle rappresaglie nei confronti della città, già sostenitrice di Mario, suo avversario nella guerra civile. L’arco a tutto sesto, in blocchi di arenaria, costituiva una delle due aperture della porta che consentiva l’accesso alla città per chi proveniva dai colli lungo la via aretina, percorrendo la valle del Marecchia. Il doppio fornice agevolava la viabilità, incanalando in passaggi paralleli, il percorso in uscita da Ariminum, attraverso il cardo massimo, e quello in entrata. Indagini archeologiche hanno appurato l’esistenza di un’ampia corte di guardia con una controporta interna, a conferma della complessità del sistema difensivo. Già nei primi secoli d.C., l’arco volto a Nord venne tamponato: la porta, così ridimensionata ad un solo fornice, continuò a segnare l’ingresso alla città fino alla seconda guerra mondiale. Al termine del conflitto, nella convulsa fase ricostruttiva, il monumento fu distrutto nella parte rimasta in vista per tanti secoli, mentre fu recuperata la parte occultata nelle murature delle case adiacenti. L’arco “riscoperto” venne rimontato dopo varie vicissitudini lontano dal luogo originario, a fianco del Tempio Malatestiano, prima di essere ricomposto nella zona originaria.
Porta Galliana. Questa porta cittadina fu costruita nel Duecento a collegamento della città con la zona del porto lungo il fiume Marecchia. Era parte della cinta muraria difensiva dovuta all’ampliamento della città in epoca federiciana (sec. XIII). Sostituì un’altra porta spostata leggermente più all’interno della città. Nel XV secolo fu restaurata dal signore di Rimini, Sigismondo Pandolfo Malatesta (1417-1468): lo si desume dal fatto che agli inizi del XX secolo in alcuni scavi fu ritrovato un deposito di medaglie malatestiane impiegate dallo stesso Sigismondo per indicare le opere da lui realizzate o ristrutturate. Dal bassorilievo di Agostino di Duccio (databile fra il 1449 e il 1455) conservato nella cappella dei segni zodiacali nel Tempio Malatestiano, possiamo intuire come si presentasse la porta nel Quattrocento. Non è un caso che lo scultore la rappresenti in primo piano: si trattava infatti di un’opera sigismondea. Nel XVI secolo la porta fu chiusa e sostituita con un torrione che nel Settecento risulta essere chiamato “Torrione dei Cavalieri”. Recenti indagini archeologiche hanno dimostrato che al centro dell’arco passa un condotto fognario moderno (cinque-seicentesco)».
Porta Gervasona. Situata a fianco della Chiesa "Madonna della Scala", la Porta Gervasona o Portello apparteneva al sistema difensivo delle Mure Malatestiane.
Bibliografia e Sitografia
https://riminiturismo.it/visitatori/scopri-il-territorio/arte-e-cultura/archi-e-porte/porta-gervasona
https://www.comune.rimini.it/vivere-il-comune/luoghi/aree-archeologiche/porta-galliana
http://wwwbisanzioit.blogspot.com/2014/01/porta-montanara-e-porta-galliana-rimini.html
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