Rimini (palazzi storici)

CENNI STORICI

«Palazzo Canevone di Santa Maria della Misericordia. Edificio situato tra Via Tonini e il Vicolo Santa Maria in corte. Pur non avendo grosso valore estetico è forse la più antica testimonianza di edilizia minore a due piani del XII e XIII secolo. Il nome deriva da "Canava", ossia "bottega dove si vende il vino al minuto, talora anche pane ed altri commestibili" ma anche magazzino per il grano o per il sale. Lo stemma rappresentato sull'epigrafe in facciata risalente al 1683 contrassegna uno stabile appartenente al Priorato o Abbazia di Santa Maria della Misericordia di Venezia.
Palazzo Gambalunga -Biblioteca. Situato in Via Gambalunga angolo Via Tempio Malatestiano. Fatto costruire nel 1610 da Alessandro Gambalunga e da questi donato con lascito testamentario al Comune (1619) insieme alla biblioteca, che è una delle più antiche ed importanti biblioteche pubbliche d'Italia. L'edificio può essere ammirato per l'eleganza dei suoi dettagli costruttivi e ornamentali, ispirati all'architettura classica. Il grande portale d'ingresso si affaccia su una bella corte, al cui centro, dal 1928, è posto un settecentesco pozzo in pietra d'Istria. Nell'atrio e nel cortile sono conservati alcuni dei marmi che la comunità ha dedicato ai riminesi illustri. Originariamente al pian terreno, oggi sede della Cineteca e della Biblioteca dei Ragazzi, c'erano le stalle, le officine, le rimesse e i magazzini. All'ultimo piano si trovavano i granai, le abitazioni dei servi, del fattore e una piccola officina per rilegare i libri, di cui Gambalunga era un attento raccoglitore. Il piano nobile, che ospitava gli appartamenti, è oggi sede della Biblioteca.
Palazzo Lettimi. Il palazzo si trova in Via Tempio Malatestiano. Fondato nel 1506 dal nobile riminese Carlo Maschi, fu poi dei Marcheselli e dei Lettimi, dai quali venne lasciato nel 1902 al Comune, con il vincolo che il Liceo musicale, che vi ha sede, fosse intitolato a Giovanni Lettimi. Di quello che era il più bel palazzo rinascimentale di Rimini non rimangono che miseri tronconi. Presso il museo della città vi sono alcuni elementi di soffitto del palazzo, distrutto dai bombardamenti della seconda guerra mondiale, dipinti da Marco Marchetti, noto per aver lavorato al Palazzo Vecchio di Firenze, con storie di Scipione l'Africano ai tempi della seconda guerra punica. Del palazzo cinquecentesco si conserva il portale che, nelle formelle a bugna, unisce i simboli araldici della rosa quadripetala malatestiana ed il diamante dei Bentivoglio, in ricordo forse di un'unione matrimoniale fra le due famiglie vicine a Carlo Maschi. Cinquecenteschi anche il caratteristico muro a scarpa, raccordato alla parete da un cordolo in pietra, e le finestre, corniciate in pietra, sormontate dallo stemma della famiglia Maschi e da una coppia di delfini. Oggi all'interno del cortile del palazzo è stato creato il "Giardino degli aromi".
Palazzo Ricciardelli, ora Briolini. Il palazzo che si trova in corso d'Augusto 237/239 di fronte alla piazzetta dei Servi, è uno dei più importanti della storia riminese. La data di costruzione è incerta, ma dovrebbe risalire alla prima metà del 400. L'edificio originariamente pare fosse di proprietà dei conti Ricciardelli, poi passato alla famiglia Monticoli,quindi di nuovo posseduto dai discendenti dei Ricciardelli. Il palazzo era una sontuosa dimora del primo Rinascimento con un grandioso cortile con doppio ordine di arcate su colonne, ma purtroppo subì numerosi rifacimenti specialmente nell'Ottocento e anche nel dopo guerra è stato in gran parte ricostruito. Rimane ancora qualcosa dell'antica fisionomia tanto all'esterno che all'interno. Il Marcheselli nel 1754 lo chiamò"una delle maggiori fabbriche di questa città dove si ammira una numerosa raccolta di buone pitture"(oggi scomparse). Discendente di questa nobile casata fu il disegnatore di moda fra più celebrati del Novecento " Renè Gruau" all'anagrafe conte Renato Zavagli Ricciardelli delle Caminate. Nato nel 1909 e giunto a Parigi negli anni trenta divenne famoso per la sua inconfondibile attività artistica. Morto di recente molte sue sue opere sono esposte nello spazio permanente che il Museo della Città gli ha dedicato».

Bibliografia e Sitografia

https://riminiturismo.it/guida-pratica/scopri-il-territorio/arte-e-cultura/ville-dimore-e-teatri-storici

Articoli di approfondimento

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