Fiumicello-Santavenere (torre Santavenere o Imperatrice o Capitana)

CENNI STORICI

Solenne, con le sue linee austere, proiettata sui mitici flutti di Palinuro, a guardia di un passato che si confonde tra la leggenda e la storia, si erge la torre Santavenere. La vetustà delle sue mura, impregn­ate di salsedine, immerse tra il ver­e il profumo di balsamiche pinete ispirano memorie e leggende di tempi lontani. Tale costruzione fu una delle 379 torri fatte costruire dagli Spagnoli in tutto il regno di Napoli, a guardia di un territorio le cui coste erano infestate dal mare da bande piratesche, specialmente turche che, guidate da A­driadeno Barbarossa, razziavano e di­struggevano paesi facendone schiavi gli abitanti. In conseguenza di tali continue incursioni, nel 1532 Don Pietro di Toledo emana un’ordinanza per la Costruzione ininterrotta, in tutto il regno, di torri costiere a scopo di difesa. Sarà il suo successore, Don Parafran de Ribera, duca d’Alcalà, a svi­luppare, coordinare e rendere esecu­tivo tale progetto dando nel 1563 ordini e indicazioni per la costruzione delle stesse. Tali costruzioni, accolte prima con riluttanza dalle varie università, su cui grava parte della spesa per la loro realizzazione, sono poi dalle stesse sollecitate, come accade per l’università di Maratea che nel 1580 ricorre al viceré per la mancata costruzione di una torre, già ordinata dal governatore, conte di Briatico nel luogo detto di Acquafredda, presso la grotta della Scala, approdo e dimora di pirati. La torre Santavenere è una delle sei fatte costruire dagli Spagnoli a guardia della costa di Maratea. Il Pacichelli nella descrizione delle torri di Maratea così si esprime "Sei torri custodirono la sua riviera, l’ulti­ma delle quali verso settentrione, di­vide il suo da quel di Sapri. Nel più nobile del mare, giudicasi la migliore del regno, quella gran torre, che viene detta Imperatrice, con più cannoni e il regale artigliere". Da sempre, dunque, la torre Santavenere, detta l’Imperatrice, è stata considerata, fino a qualche decennio fa, tra le più belle e meglio conservate tra quelle edificate nel regno di Na­poli. La stessa struttura architettonica ne fa intuire la diversità della funzione difensiva. Tutte le torri costruite nella università di Maratea, risultano omogenee nella struttura: si tratta sempre della classica formula a tre caditoìe per lato (Crivi, Acquafredda, Apprezzarni l’asino, Caino) a cinque caditoie su tre lati (Filocaio) a caditoie multiple e monocaditoie (Santavenere). La complessità della struttura, quindi, e della mole, fa pensare che la torre Santavenere fosse una vera e propria torre di difesa, ben armata e protetta, oltre che da, mura robuste, superiori ai due metri di spessore, anche da un certo numero di soldati, al contrario delle altre torri, così dette guardiole poste sulla sommità delle colline e di impervi dirupi che hanno la funzione di mettere in comunicazione le torri marine o cavallare (munite di cavalieri a cavallo) con i paesi e le borgate dell’interno. Le torri marine, infatti, completano l’articolato sistema difensivo, e hanno la funzione di avvistamento e di mettere in stato di allarme le torri di difesa. La torre Santavenere, posta su un largo promontorio che si protende nel mare, con spiazzo alto di notevole ampiezza, in zona molto verde, piantumata ad alta fusto è raggiungibile facilmente dall’abitato di Fiumicello, ed è protetta da vincolo paesistico

Bibliografia e Sitografia
Articoli di approfondimento

CITTÀ

PROVINCIA

REGIONE

EPOCA

XVI sec.

STATO DI CONSERVAZIONE

Discreto

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