MONTESARCHIO (castello, torre)

CENNI STORICI

«Il Castello di Montesarchio è parte di quel complesso, comprendente l'edificio fortificato ma anche le mura e la torre, che sorse sul colle di Montesarchio per il controllo del territorio della Valle Caudina. Il Castello vero e proprio occupa, sul colle, la posizione opposta rispetto alla torre, cui era collegato attraverso un passaggio sotterraneo. Secondo la tradizione, esso fu eretto verso la fine dell'VIII secolo dai Longobardi su disposizione di Arechi II, principe di Benevento. L'edificio fu, poi, restaurato da Federico II che, nel XIII secolo, lo dotò di nuovi strumenti difensivi. Ulteriori, più massicce modifiche riguardarono il castello fino allo scorso secolo, quando sulle antiche rovine fu costruito un edificio vagamente riecheggiante una fortezza. Dell'originaria costruzione resta ben poco, soltanto, cioè, i basamenti in grandi blocchi calcarei, squadrati e allineati in tre ordini sovrapposti. Relativamente al suo precedente assetto, si ritiene che il castello fosse caratterizzato dai tipici elementi di difesa, tra cui una corona di torri cilindriche ed una triplice cinta di murazioni, e che questi elementi siano stati sviliti dalla suddetta ricostruzione. L'accesso al Castello avveniva attraverso un ponte levatoio, del quale sono ancora evidenti gli incavi delle catene. Nella muratura sopra il ponte erano ubicate le "caditoie" dalle quali si versavano liquidi e pietre sugli assalitori che fossero riusciti a superare il ponte. Tra le mura era un piazzale utilizzato come campo di addestramento delle guardie; un altro spazio costituiva l'aria" per i reclusi. In relazione a questi ultimi é inoltre possibile notare, sui muri delle celle, scritte inneggianti alla libertà. La struttura è destinata ad accogliere il Museo archeologico caudino.

La Rocca costituisce, insieme al Castello di Montesarchio, quel maestoso complesso fortificato che si erge sul colle di Montesarchio, in una posizione scelta fin dai tempi più antichi in quanto strategica per il controllo del territorio della Valle Caudina. Alla torre si riconosce una origine preromana, attribuibile alle popolazioni italiche che abitarono la zona in varie epoche; essa fu riparata dai Romani e poi distrutta con le invasioni barbariche. I Longobardi la ricostruirono ed in quell'occasione crearono un collegamento sotterraneo con il castello retrostante. Fu in quello stesso periodo che sorse il borgo di Latovetere, la zona più antica di Montesarchio. La ricostruzione effettuata in epoca aragonese fu quella che conferì al complesso il suo aspetto attuale. La torre è costituita dal complesso di due volumi cilindrici, concentrici, ai quali sono addossati altri due corpi, di cui uno a pianta trapezoidale e l'altro, corrispondente all'ingresso, di forma irregolare. Il corpo cilindrico interno è più alto di un piano rispetto a quello esterno ed é costituito da un unico grande vano, da cui parte una scala che conduce alla copertura. Attraverso la scala era possibile l'accesso a due piccole celle, mentre una botola conduceva ad un cunicolo per il passaggio sotterraneo di collegamento al castello. Tale castello costituiva una efficace Via di scampo in caso di aggressione. Realizzata con la durissima pietra calcarea proveniente dal monte Taburno, la sua costruzione si attestò direttamente sulla roccia del colle. Tale attestazione, unitamente alla compattezza del paramento e alla riduzione al minimo indispensabile delle aperture, fa apparire la torre quasi come un elemento in continuità con il paesaggio naturale. L'edificio vide successivamente aggiungersi la casa del Capitano a due piani. Durante la sua storia, ma soprattutto nel Risorgimento, in essa furono reclusi molti prigionieri politici tra cui Poerio, Nisco, Pironti e Castromediano».

Bibliografia e Sitografia

http://www.archemail.it/arche9/0montesarchio1.htm

Articoli di approfondimento

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X sec.

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Discreto

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