Oliveto Citra (castello normanno)

CENNI STORICI

«...Il complesso sorge al centro dell'abitato ed è uno dei tipici castelli baronali del Sud. I reperti più antichi sono stati trovati nei dintorni di Oliveto, dove sono state fatte scoperte archeologiche di un certo rilievo, con reperti risalenti al VI sec. a.C. L'impianto del paese è di origine medioevale, la prima notizia che ne ricorre è nel 1114, quando S. Maria de Foris, casale di Oliveto, fu dato all'arcivescovo di Conza dal conte Quaimario di Giffoni. Oliveto è ricordata all'epoca del Catalogo dei Baroni, cioè negli anni 1166-1189, in quel tempo un normanno francese, Guglielmo di Toille (Tuilla) aveva in feudo Oliveto. Da Guglielmo in poi, e fino a tutto il Risorgimento, il castello fu la sede dei feudatari e dei baroni locali, negli anni 1269-1270 Oliveto era feudo ditale Giovannuccio (Johannucius de Oliveto). È quello del 15 dicembre 1300 il documento in cui il re Carlo Il, nel richiedere ai suoi feudatari per la prima guerra del Vespro contro gli Aragonesi di Sicilia, un barone armato, con almeno tre cavalli ed un asino e, con tutte le armature possibili, fa il nome, tra gli altri, di Giovanni (Johanni) barone di Oliveto; successivamente il castello e la terra di Oliveto furono, nel 1495, di Ferrante Diaz Garlon. Le sue prime strutture risalgono all'epoca medioevale, soltanto in senso planimetrico può avanzarsi qualche ipotesi in tal senso, data anche la non conclusione dei castrum di Oliveto tra le fortezze da restaurare sotto gli Svevi, con le famose prammatiche del 1230-31, è da pensare che in epoca imprecisata, ma certamente intorno alla piena età rinascimentale il castello fosse ripristinato con un altro tipo di elevato, consono ai nuovi tempi della fortificazione dell'architettura baronale, infatti, nel nuovo castello vennero ad abitare i feudatari che dal 1600 alla fine del 1700 tennero Oliveto.

Attualmente sono visibili le scuderie tipiche e gli angoli ove le mura si ingrossano per la presenza delle torri e dei luoghi ove è ancora possibile recuperare ambienti sepolti. Dal 1556, fino ai primi del 1600, Oliveto fù dei Blanch, da costoro, poi ancora passò al marchese Marc'Antonio. Cioffi di Salerno nella metà del 600 e dai Cioffi, per ramo di parentela nella seconda metà del 700 ai Macedonio, marchesi di Reggiano, e da loro, per via femminile, è passato ai baroni Guerritore. A questi ultimi il castello di Oliveto Citra passò per estinzione maschile della famiglia Macedonio. Infatti, la figlia del marchese Marcantonio sposò il barone Andrea Guerritore. È dunque nel periodo marchionale dei Blanch-Cioffi-Macedonio-Guerritore che deve intendersi ricostruito il castello di Oliveto, forse databile con un certo margine di approssimazione alla prima metà del XVI secolo, con aggiunte successive dei secoli citati. Il castello a forma vagamente trapezoidale e giace su un compatto masso calcareo, la planimetria rimanda ad un disegno castrense largamente recepito nella tarda fortificazione normanna, cioè un recinto tendenzialmente circocentrico; questa è la sola ipotesi verificabile in senso storico, per cui è credibile che la nuova fortificazione rinascimentale abbia usato le basi antiche, o almeno il disegno antico di cui si è discorso. Attualmente il castello presenta ancora delle finestre, di cui alcune tompagnate, con caratteri stilistici seicenteschi, o almeno tardo rinascimentali. In un punto a N.O., in cui il muro di cortina assume quasi veste turrita, sono evidenti i segni di assestamenti edilizi, forse del Seicento».

Bibliografia e Sitografia
Articoli di approfondimento

CITTÀ

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REGIONE

EPOCA

VI sec.

STATO DI CONSERVAZIONE

Buono

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