CENNI STORICI
«Il castello di Cly è costruito su di un picco roccioso a strapiombo sul borgo di Chambave, in una posizione chiaramente strategica dalla quale era possibile, oltre a controllare e difendere i campi coltivati e gli abitanti dei villaggi circostanti, osservare il fondovalle da Saint Vincent ad Aosta. Il castello di Cly è una delle roccaforti più antiche di tutta la valle d'Aosta. Indagini dendrometriche su alcune strutture in legno ancora conservate hanno permesso di datare il mastio centrale - la costruzione più antica - al 1027. Allo stesso secolo risalgono anche gli ambienti abitativi meridionali e la cappella romanica. La prima menzione ufficiale del castello riguarda proprio la piccola cappella, dedicata a San Maurizio, annoverata in un documento del 1207 tra i beni del convento di Saint-Gilles a Verres. Il castello, sede di una signoria piuttosto vasta che comprendeva le parrocchie di Chambave, Saint-Denis, Diemoz, Verrayes, Torgnon e tutta la Valtournenche, appartenne alla famiglia degli Challant fino alla fine del XIV secolo. Nel 1376, dopo il rifiuto dell'allora signore Pierre II di Challant di prestare giuramento di fedeltà, i Savoia ripresero il dominio diretto del castello e vi costituirono una castellania. Sono stati trovati alcuni accurati registri spese, risalenti ai primi decenni della castellania, con elencate nel dettaglio tutte le spese sostenute per la manutenzione del castello, quali l'acquisto di legna o di calce per l'intonaco dei muri. Una rilevante voce di spesa riguardava l'approvvigionamento idrico del castello. Il castello disponeva infatti di acqua corrente, intercettata da una sorgente sulla collina alle sue spalle e trasportata attraverso tubature costituite da tronchi di larice scavati e uniti da giunti metallici. La tubatura era interrata per renderne più difficoltosa l'interruzione in caso di assedio, e per questo necessitava di soventi manutenzioni. All'interno del castello l'acqua veniva conservata in una cisterna e in botti nella torre centrale e in una cisterna posta sotto una torre a ridosso della cinta muraria occidentale. Il castello fu abitato fino al 1600, quando fu abbandonato dall'allora proprietario Pietro Filiberto Roncas, che lo fece in parte demolire per ricavare il materiale da costruzione per un più comodo palazzo nel borgo di Chambave. Da allora il castello fu lasciato cadere in rovina e subì un lento declino, finché agli inizi del 1900, grazie all'aiuto dello storico valdostano Tancredi Tibaldi, venne acquistato dal comune di Saint-Denis.
In origine il castello presentava due ingressi, uno a nord e uno a sud. Lo schema costruttivo è quello dei castelli di tipo "primitivo", costruiti principalmente per la difesa delle terre circostanti. Esso era costituito da un'ampia torre centrale a pianta quadrata (il donjon risalente probabilmente al 1027) circondato da un'ampia cinta muraria, che racchiude un'area di circa 2800 mq. All'interno delle mura trovavano posto, oltre al mastio centrale, gli edifici abitativi e di servizio e la cappella. Queste costruzioni si trovavano essenzialmente nella zona meridionale e orientale, mentre la zona occidentale era lasciata sgombra da edifici probabilmente per poter accogliere la popolazione in caso di necessità. Tra le costruzioni della zona orientale, al momento non visitabile, si trovavano le stanze più nuove del castello, riservate all'abitazione del signore, come la sala nova costruita nella seconda metà del XIII secolo. Attualmente il castello è allo stato di rudere. E' parzialmente visitabile (l'ingresso nord, la spianata a ovest e la cappella) tramite una visita guidata, mentre sono in corso lavori di messa in sicurezza delle parti non agibili. Un tempo si entrava nel castello percorrendo una mulattiera che fiancheggiava le mura a partire dal lato meridionale, in caso di attacco costantemente esposta al tiro dei soldati sulle mura di cinta. Attualmente si accede al castello tramite l'ingresso nord, dopo aver percorso a piedi una brevissima salita. Una volta entrati è subito possibile notare l'imponente torre centrale a pianta quadrata, le cui mura nella parte inferiore sono costituite da pietre poste a lisca di pesce. Un tempo era possibile entrare nella torre attraverso un ingresso posto all'altezza del primo piano, ma attualmente non è accessibile. Osservando la torre è possibile notare le tracce di una porta e di diverse finestre, murate quando interno al 1400 il donjon era stato adibito a prigione, e in esso sono state rinchiuse anche presunte streghe. Immediatamente ad est della torre si trova la piccola cappella a pianta rettangolare dedicata a San Maurizio, risalente all'XI secolo. Un tempo essa doveva essere quasi interamente affrescata, come riprodotto in alcuni disegni di Alfredo D'Andrade alla fine del 1800, ma ormai rimangono solo alcuni frammenti di affreschi, risalenti presumibilmente al XIII secolo, nel catino absidale. Essi probabilmente raffiguravano gli Evangelisti e alcune figure di angeli, ormai appena intuibili. Da una porta della cappella è possibile osservare i resti delle costruzioni della zona meridionale, ormai completamente in rovina e non visitabile. Osservando la cinta muraria che circonda la spinata ad ovest è possibile notare alcune feritoie dall'insolita forma circolare, uniche di questa forma tra i castelli della Valle d'Aosta. Per raggiungere il castello di Cly uscire dall'autostrada a Chatillon (se si arriva dal Piemonte) o a Nus (se si arriva da Aosta) e dirigersi verso il paese di Chambave. Da qui seguire le indicazioni per il castello di Cly».
Bibliografia e Sitografia
http://www.iside82.altervista.org/Cly.htm
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XIV sec.
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