CENNI STORICI
Castello documentato fin dal 1021 quando, appartenendo agli arcivescovi di Ravenna, venne affidato a cinque fratelli nobili ravennati, figli di tal Rodolfo da Sigio, che fondarono la vasta contea di Giaggiolo.
Estintosi il ramo maschile della famiglia la contea fu investita ai Malatesta di Verucchio cui si contrapposero immediatamente Guido da Montefeltro (cognato di Umberto ultimo conte di Giaggiolo).
La disputa terminò nel 1266 quando Paolo Malatesta detto il Bello decise di prendere in sposa Betraice Orabile, l'unica figlia del conte di Giaggiolo. La tragica storia di Paolo, capostipite del ramo dei Malatesta di Giaggiolo, invaghitosi della cognata Francesca, figlia di Guido da Polente e moglie del fratello Giangiotto, fu immortalata da Dante nel V canto dell'Inferno.
La rocca rimase a lungo possedimento dei Malatesta assumendo notevole potenza ed inglobando anche i territori di Cusercoli.
Nel 1371 ai tempi della relazione del cardinale Anglico così viene descritta: «È in un altissimo monte, ha una rocca, un palazzo fortissimo e bello, ed è atto alla guerra. Confina con Valdinoce a Aquilano».
Nel 1471 i possedimenti vengono affidati ai conti Guidi di Bagno, che tennero il castello fino al XVI secolo, anno in cui ebbe inizio la sua decadenza.
Così la descrive il Mambrini nel 1932: «Del castello rimane, in gran parte, intatta nel suo perimetro, la cinta alta e ferrigna, che però non è quella antica, perchè appare ricostruita con pietre regolari lavorate a scalpello che portano tracce di antichi incendi. Questo rudero imponentissimo che di lontano sembra una grande nave abbandonata su di uno scoglio fra le onde, in un mare immenso di valli contorte e di montagne altissime, affascina e conquide per le grandi memorie che rievoca, per i misteri che nasconde.
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