CENNI STORICI
Furono i Signori di Varmo, o famiglia feudataria di Pers, a realizzare agli albori del XIV secolo una prima fortificazione, sulla quale si sviluppò nei secoli successivi il castello tuttora visibile.
La presenza di questa famiglia a Susans è direttamente collegata al dominio che la stessa esercitò su San Daniele del Friuli, avuto per investitura dei Patriarchi di Aquileia. Nell'atto di fondazione dell'Ospedale di San Tomaso (1199), Artuico di Varmo donò ai Cavalieri di San Giovanni anche i beni che lui ed i predecessori avevano in Susans, riservandosi l'uso di un manso e l'avvocazia sulla zona. Col testamento del marzo 1291 Asquino di Varmo lasciava eredi dei Castelli di Pers e di Susans i figli Federico e Walterpertoldo.
Nella guerra fra il Patriarca Ottobono dei Razzi ed i Signori da Camino, alleati dei Conti di Gorizia, Federico di Pers, che si era schierato a fianco del Patriarca di Aquileia, si vide attaccare e distruggere il Castello di Pers, venendo egli stesso ferito. Dovette riparare a Susans, che venne tenacemente difeso, ma alla fine dovette arrendersi. Federico di Pers riottenne Susans nel 1314 a condizione di non compiere più alcun atto di aggressione nei confronti dei conti di Gorizia, ma trovandosi di fatto a dover rompere la fedeltà al patriarcato aquileiese. Federico tuttavia non poteva sottostare ad una simile condizione e così, l’anno seguente, partecipò ad una alleanza stratta fra varie forze filopatriarcali contro Enrico di Gorizia. Questi, appreso dei movimenti a suo danno, si mosse all'attacco di Susans e il castello venne conquistato e saccheggiato, riportando notevoli danneggiamenti. In seguito a questo episodio, il maniero fu ripristinato per essere destinato a Federico di Savorgnano. Per il disinteresse dei successori di Federico di Pers il castello era stato parzialmente acquisito find al 1347 dai signori di Colloredo mediante una serie di atti formali. Questa acquisizione di Susans era avvenuta difatti poco dopo che i nobili di Colloredo avevano fondato l'omonimo castello, così da crearsi con Susans, Mels e Colloredo e i rispettivi castelli con annessi villaggi e diritti uno spazio di potere cospicuo sulla strada per la Germania e sul Ledra, fiume allora ricchissimo di mulini: una “situazione” particolarmente felice per il controllo agevole dei guadi del Tagliamento.
Il castello si ritrovò ben presto nel vortice delle guerre feudali che insanguinarono il Friuli, e nell'aprile 1350 fu preso e distrutto. È probabile che i signori di Colloredo abbiano provveduto a ripristinare il luogo, poichè tra la fine del 1300 e il 1415 Susans figura tra le voci del Parlamento della Patria del Friuli, con propria distinta giurisdizione. Nuovi eventi bellici e fatti d'arme decretarono però la fine delle fortificazioni medievali.
Nel 1511 durante la rivolta contadina anche Susans fu dato alle fiamme. La distruzione però non fu totale, e danni ingenti non provocò neanche il terremoto del 26 marzo di quell’anno, tanto è vero che due anni dopo (1513) il vecchio maniero poté resistere strenuamente, al comando di Camillo di Colloredo, che per l'occasione si ebbe le lodi di Venezia, all'assedio e agli assalti delle truppe imperiali di Massimiliano d'Asburgo. Tuttavia dopo le lunghe battaglie sopportate e le diverse vicissitudini storiche che lo ebbero come protagonista, alla fine si trovò reso inabitabile da parte dei nobili di Colloredo, i quali lo elessero a propria residenza, annullando di fatto la giurisdizione politico-amministrativa trasferita a Colloredo.
Il nuovo edificio costruito nel XVII secolo segnerà una svolta decisiva nella storia dell’uso di Susans, dal momento non sarà più quello bellico il ruolo giocato fino al 1500, ma prettamente abitativo come residenza estiva. Il progetto di riadattamento fu elaborato a Firenze, presumibilmente da Fabrizio II di Colloredo ambasciatore, maggiordomo e consigliere di Ferdinando, figlio di Cosimo II. Tuttavia il protagonista della nuova ristrutturazione fu il nipote Fabio, delegato dallo zio marchese. Il giovane Colloredo seguì anche i consigli degli zii materni Sergio e Antonio Pola, nobili di Treviso, esperti nell'edificazione e nella tenuta di palazzi urbani e ville di campagna. Nei primi mesi del 1640 l'opera era terminata. Lo schema costruttivo del castello di Susans ripete alcuni modelli propri dell'architettura militare del tardo medioevo, ma soprattutto dell'architettura civile rinascimentale e seicentesca.
La solida struttura di Susans, fra l’altro interessata - come tutta l'area di Gemona del Friuli - dai due violenti terremoti del 1976, non ha subito crolli importanti.
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