CENNI STORICI
«I primi riferimenti storici delle sue origini si possono trovare nel libre XXV di Tito Livio che narrando le vicende della seconda guerra punica accenna ad una "Cominium Ceritum", avamposto sannita contro Roma, situato tra Benevento e Bovianum. Non molto si sa dell'antica Cerreto fino all'epoca normanna infatti nel 1151, la troviamo possedimento del normanno Raone. Con l'avvento degli Angioini passò sotto il dominio della potente casa degli Anframondo, fini al 1483 quando re Ferdinando vendette all'aragonese Diomede Carafa la terra di Cerreto con i suoi casali: Civitella e San Lorenzello. Sotto la dinastia dei Carafa, che dominarono Cerreto fino al 1807 con ben 11conti, Cerreto divenne "civitas totius superioris status metropolis". Il 5 giugno del 1688, un tremendo terremoto, distrusse la Cerreto nedievale, fiorente centro artigianale e mercantile, la cui economia si basava essenzialmente sulla pastorizia e l'industria dei panni lana. Fu ricostruita, subito dopo il terremodo del 1688 dal duca Marzio Carafa, il più illuminato della famiglia. Incaricò il "regio ingegnero" Giovanbattista Manni, di progettare una città aperta, senza mura, con un impianto urbanistico svincolato dalla centralità del castello: una città pensata. Era la prima volta, nell'Italia centro-meridionale che un paese venisse ricostruito in base ad una pianta regolare. la disposizione delle strade è a maglia ortogonale o a scacchiera sullo stile del "Cardo e decumanus" dei castra romani che la fanno assomigliare al centro storico di Torino, da qui l'appellativo di piccola Torino» - «L’isolato che occupa il lato sud dello scenografico “foro S.Martino” ospitava la taverna, il teatro e le carceri. Come nella vecchia Cerreto, così nella nuova il feudatario doveva essere proprietario di una ducal taverna dove accogliere i viandanti, dar loro da mangiare, da dormire, dare ricovero a carrozze e cavalli. Lo stemma del feudatario (Carafa-Colonna) sul portone dava al forestiero sicurezza di protezione. Cerreto poi, quale capitale della contea era tenuta a costruire le carceri. Al piano terra erano destinati i condannati per reati penali, legati ai catenacci ancora presenti nelle mura, al piano superiore le donne ed i condannati per illeciti civili. Non mancava, nel sottoscala, la cella d’isolamento Nelle carceri ora è esposta una ricca collezione di Ceramica italiana contemporanea».
Bibliografia e Sitografia
http://goccedipensiero.altervista.org/I_miei_viaggi/La_gita_di_Capodanno/Cerreto_Sannita.html
http://www.comune.cerretosannita.bn.it/index.php?option=com_content&view=article&id=285&Itemid=306
Articoli di approfondimento
CITTÀ
PROVINCIA
REGIONE
EPOCA
XIII sec.
STATO DI CONSERVAZIONE
Discreto
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